Economia

Migliorano i conti delle imprese dell’Umbria

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DINAMICHE REGIONALI

Migliorano i conti delle imprese dell’Umbria

Imprenditori umbri più fiduciosi, Pmi protagoniste e agroalimentare, commercio, meccanica e moda di spicco. È ciò che scaturisce dall’ultima analisi Esg89 pubblicata all’interno dell’Annuario economico 2016-2017 sui bilanci delle imprese della regione. In testa per fatturato e utile Pac 2000A Conad (rispettivamente 2,6 miliardi di euro e 66,3 milioni di euro), a seguire Acciai speciali Treni con 1,4 miliardi di fatturato e una perdita di esercizio di oltre 127 milioni (i dati sono riferiti all’esercizio 2014, ultimi ufficiali disponibili).
«L’analisi – spiega Giovanni Giorgetti, Ceo Esg89 group – quest’anno si focalizza sulle società comprese nel range di fatturato 5-100 milioni. Sono 532 aziende e 440 di queste registrano utili in bilancio anche significativo. L’81% risiedono nella provincia di Perugia, il restante 19% in quella di Terni».
Il fatturato totale delle top 31 aziende dell’Umbria (con un fatturato superiore ai 100 milioni) registra un valore vicino ai 10 miliardi di euro, mentre quelle tra i 5 e i 100 milioni rilevano un dato leggermente inferiore (9,1 miliardi). «Ciò a significare – sottolinea Giorgetti – che le medie imprese rappresentano sempre di più un asset rilevante di questa piccola regione».
Sono 255 le società comprese fra 10 e 100 milioni di fatturato e 277 fra 5 e 10 milioni di euro. Un esercito di imprese concentrati tra commercio, meccanica, agroalimentare e moda.
«Il dato confortante – prosegue Giorgetti – è relativo al patrimonio netto, notevolmente rafforzatosi: 416 su 532 società hanno un valore superiore ai 500mila euro, mentre per 65 di queste il valore supera i 10 milioni».
Dal confronto fra il risultato netto del 2013 e quello del 2014 di queste società (5-100 milioni, ndr) emerge che nel 2013 veniva evidenziata una perdita aggregata netta di 24 milioni, nel 2014 il dato si ribalta e evidenzia un utile generale di 121 milioni. In 55 casi si registrano risultati netti superiori a 1 milione e in 6 oltre 5 milioni. «Fra le over 100 milioni di fatturato – commenta Giorgetti – le posizioni sembrano essere cristallizzate. Pochissime le sorprese, qualcuna negativa, ma sostanzialmente senza scossoni. Le società che si attestano tra i 5-100 milioni risultano dinamiche, ma consapevoli che il momento può essere propizio per agganciare la ripresa».
Gli imprenditori quindi si sono rimessi in discussione, hanno ripreso a viaggiare, hanno ristrutturato la propria azienda e inserito figure giovani, tecnologicamente preparate e con uno sguardo internazionale, ma chiedono meno burocrazia, meno pressione fiscale e più libertà di intraprendere.
«L’Umbria – spiega uno degli imprenditori –, seppur piccola, riesce a conquistare con la qualità e i prodotti i mercati di 5 continenti. I nostri clienti esteri, quando li invitiamo, rimangono sempre emozionati, colpiti, entusiasti di trovare un territorio ricco di umanità, serenità e tradizione. Questo è il nostro asso nella manica».

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