In Italia c'è poco olio, anche se quest'anno la produzione è aumentata, e in un contesto difficile si aprono più facilmente varchi per i furbetti. Ma ancora una volta con il maxi sequestro (7mila tonnellate di olio falso extravergine) effettuato in Puglia il sistema dei controlli ha dimostrato di funzionare bene. Anche se resta la constatazione dell'ennesimo attacco al vero made in Italy con il rischio di appannare l'immagine di un prodotto simbolo della migliore agricoltura nazionale. E la necessità dunque di non abbassare la guardia e mettere in campo tutti gli strumenti per evitare che sulle tavole arrivino bottiglie che di tricolore hanno solo le insegne.
Con il nuovo accordo di filiera più garanzie per il prodotto italiano
E il nuovo accordo di filiera, siglato recentemente da produttori e industrie, va proprio nella direzione della migliore tutela del prodotto. «L'operazione del Corpo forestale dello Stato dimostra l'efficacia del nostro sistema di controlli che abbiamo rafforzato in tutti i passaggi della filiera - ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - chi danneggia un settore così strategico come quello dell'olio va punito con la massima severità. È fondamentale - ha aggiunto - fare chiarezza per tutelare i consumatori e le migliaia di aziende oneste che contribuiscono al successo del made in Italy nel mondo. È una battaglia che portiamo avanti quotidianamente come dimostrano gli oltre 10mila controlli dallo scorso anno a oggi effettuati dai nostri organismi di controllo su tutto il territorio nazionale».
L’immissione di prodotto estero avrebbe spinto i prezzi al ribasso
Il presidente di Unaprol, David Granieri, ha sottolineato come l'immissione sul mercato di prodotto estero in piena campagna di raccolta, «avrebbe turbato le contrattazioni del prodotto spingendo al ribasso i prezzi del vero extra vergine di oliva di qualità italiano». Granieri ha ricordato in particolare che l'accordo interprofessionale siglato «prevede che siano valorizzati, con il pagamento di un prezzo maggiore da parte dell'industria seria di questo Paese, gli oli extra vergine di oliva con caratteristiche e parametri qualitativi superiori. Questa indagine – ha poi aggiunto - ci dice che c'è un'attenzione particolare verso il settore, ritenuto strategico per l'economia di questo Paese che, finalmente, incomincia a considerare questo tipo di attacchi al made in Italy un caso di sicurezza nazionale». Per il presidente del Cno, Gennaro Sicolo «il recente accordo di filiera sottoscritto da tutti gli operatori consentirà di isolare chi utilizza metodi sleali e non compatibili con le leggi vigenti».
Coldiretti: così la Tac fotografa tutti i componenti in bottiglia
La Coldiretti già qualche giorno fa aveva lanciato l'allarme. Secondo l'organizzazione, infatti, « l'invasione storica di olio di oliva tunisino che ha visto aumentare del 734% le importazioni nel 2015» rappresenta un rischio per l'olio made in Italy che quest'anno è in aumento (+299mila tonnellate rispetto al disastroso 2014) ed è di alta qualità. L'Italia conta su un patrimonio di 250 milioni di ulivi ( 533 varietà di olive e 43 oli tutelati dall'Unione Europea) e un fatturato per l'olio d'oliva di 3 miliardi nel 2015. Per la Coldiretti è importante l'adozione della nuova tecnica di riconoscimento del Dna delle cultivar di olivo per stanare un mix come quello scovato in Puglia. «La cosiddetta Tac dell'olio - ha spiegato l'associazione agricola - era stata presentata pubblicamente pochi giorni fa a Bari dalla Coldiretti in occasione della giornata nazionale dell'extravergine italiano». Per analizzare il contenuto della bottiglia si utilizza la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (Nmr), in combinazione con l'analisi statistica multivariata. Una tecnica che fotografa l'olio e ne «decodifica» i componenti. «Di fronte all'aggressione in atto nei confronti di un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea bisogna stringere le maglie della legislazione - ha detto il presidente Roberto Moncalvo - con l'attuazione completa norme già varate con la legge salva olio, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata».
Aumenta il consumo mondiale, meno acquisti in Italia
La Coldiretti, che segnala anche l'aumento del consumo di olio a livello mondiale che si contrappone al calo in Italia (-25% gli acquisti negli ultimi 10 anni), si dichiara preoccupata per il via libera annunciato dalla Commissione Europea all'aumento del contingente di importazione agevolato di olio d'oliva dalla Tunisia verso l'Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia. E dal fronte europeo , Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, ha assicurato che «proprio per evitare questo genere di frode, che l'acquisto di prodotto straniero a prezzi più bassi può favorire, in Parlamento europeo ci opporremo all'incremento temporaneo a dazio zero del contingente di importazione in Ue di olio di oliva proposto dalla Commissione».
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