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Artigiani, cala il credito garantito Confidi

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Artigiani, cala il credito garantito Confidi

Aumentano le imprese associate ma calano i finanziamenti. E quest’anno i finanziamenti garantiti dai Confidi italiani ammonteranno a 35,3 miliardi di euro, con un calo dell’8,5% dai 38,6 miliardi dell’anno precedente. Almeno questa è la previsione della 19esima ricerca sullo stato del credito a Pmi e artigiani in Italia stilata da Fedart Fidi, la Federazione nazionale unitaria dei Confidi dell’artigianato promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani.

La tendenza alla contrazione si registra anche nel sistema artigiano che vede una diminuzione del 15% dei nuovi finanziamenti garantiti dai Confidi Fedart nel primo semestre 2015. Nonostante la stretta creditizia, continuano ad aumentare però le imprese associate ai Confidi, che raggiungono le 742mila unità nel 2014 e sono previste in ulteriore crescita dell’1% quest’anno.

«Siamo l’ultimo presidio di un rapporto corretto delle imprese con il mondo bancario - ha osservato, in sede di presentazione dei dati, il direttore di Fedart Fidi, Leonardo Nafissi - Il mercato del credito non funziona correttamente e oggi la grande massa di liquidità immessa dalla Bce non arriva alla grande maggioranza delle imprese».

In questo modo «la sola possibilità a disposizione per cogliere i primi segnali di ripresa consiste nel rafforzare il sistema della garanzia» ha aggiunto il presidente di Fedart Fidi, Adelio Giorgio Ferrari. Ferrari ha sollecitato un’alleanza tra tutti i soggetti pubblici e privati e ha proposto di «estendere la logica della sinergia, già in parte presente in ambito territoriale, a tutti i livelli della filiera della garanzia. Solo dall’integrazione e dal coordinamento tra tutti i soggetti è possibile far riprendere il credito alle Pmi. A questo dovrebbe affiancarsi una riforma nel funzionamento del Fondo centrale che, andando in quella direzione, ottimizzi il funzionamento della misura stessa e l’impiego delle risorse pubbliche».

Secondo Fedart, la priorità dovrebbe essere data a una riforma strutturale del Fondo centrale di garanzia, che oggi si qualifica sempre più come lo strumento fondamentale per il sostegno all’accesso al credito delle Pmi. Tuttavia, per essere veramente efficace rispetto alle esigenze delle imprese e sostenibile per il bilancio dello Stato, questo strumento deve necessariamente essere riorientato. Ad oggi infatti il sistema del credito evidenzia diverse anomalie.

La prima criticità - secondo Fedart - riguarda la copertura dell’80% in garanzia diretta, anomala ed eccessiva in quanto destinata a imprese sane, benché in una situazione di temporanea tensione. In tal modo il Fondo attiva una sorta di concorrenza sleale con il sistema privato della garanzia, rappresentato dai Confidi, di cui non beneficiano né le Pmi né il sistema Paese, ma che anzi risulta fuorviante per il normale funzionamento del mercato del credito. In secondo luogo si osserva un diverso trattamento tra le imprese che accedono al Fondo in garanzia diretta con le banche, che beneficiano di una garanzia dell’80%, e quelle in controgaranzia, la cui copertura può arrivare al massimo al 64%.

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