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Xylella, l'Italia nel mirino della Ue

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Agricoltura

Xylella, l'Italia nel mirino della Ue

Bruxelles avvia una procedura d'infrazione ai danni dell'Italia per la vicenda della Xylella fastidiosa, il batterio che ha portato all'essiccazione centinaia di piante di ulivo in Salento. La lettera di messa in mora, inviata ieri al ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, è infatti il primo passo della procedura. «L'Italia – ha precisato il portavoce della Commissione Ue per la salute e la sicurezza alimentare, Enrico Brivio - non sta rispettando pienamente gli obblighi previsti dal piano di eradicazione della Xylella.

La decisione si basa sui risultati dell'ispezione effettuata dall'Ufficio veterinario europeo lo scorso novembre (e che saranno diffusi i prossimi 16 e 17 dicembre, ndr) che ha convinto la Commissione europea che l'Italia non stia attuando tutti gli impegni assunti sull'eradicazione delle piante, sul contenimento e sulla sorveglianza del batterio».

Dopo gli avvertimenti informali giunti a Roma nei mesi scorsi, ora Bruxelles alza il livello dello scontro cancellando le prime timide aperture delle scorse settimane che sembravano invece tenere in considerazione gli sforzi compiuti dal Commissario straordinario, Giuseppe Silletti, con un passo che di fatto formalizza la procedura a carico dell'Italia col rischio ora di pesanti sanzioni anche finanziarie. «L'iniziativa– spiegano in ambienti della Commissione – va letta alla luce della grande preoccupazione che c'è nell'Esecutivo Ue per le prossime sentenze dei Tribunali amministrativi italiani che potrebbero imprimere nuovi stop alle azioni previste per il contenimento del batterio, primo fra tutti l'abbattimento degli ulivi».

In particolare, un giudizio di merito da parte del Tar del Lazio sulle sentenze già emesse finora è in calendario per il prossimo 16 dicembre.
L'Italia avrà 60 giorni di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora, che – se la procedura andrà avanti – sarà seguita nei prossimi mesi dall'invio di un parere motivato. Successivamente poi si arriverà alla formalizzazione dei rilievi che – in assenza di risposte da parte dello Stato membro – farà pervenire l'intera questione dinanzi alla Corte di Giustizia Ue. «Ma questa prima lettera di messa in mora è una richiesta di intervento – aggiungono ancora a Bruxelles – e nulla toglie che di fronte a una forte presa di posizione e assunzione di responsabilità da parte dello stato membro che l'intera procedura possa essere sospesa».

«L'Unione Europea – ha commentato ieri la Coldiretti - colpisce l'Italia per coprire i propri errori di fronte ad emergenze fortemente sottovalutate. Sulla Xylella Bruxelles ha a lungo tentennato sull'attuazione di norme sanitarie a protezione dei confini dal contagio della malattia che proveniva da paesi extra-Ue».

Intanto l'intera vicenda non ha tardato a riaccendere lo scontro istituzionale tra centro e periferia. «La procedura d'infrazione Ue – ha detto ieri il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano (Pd) - riguarda il governo, che ha voluto commissariare la lotta, e non la Regione Puglia e gli altri entri locali». «La lettera di Bruxelles ci ricorda che dobbiamo procedere con le iniziative del Piano del Commissario Straordinario Silletti – ha aggiunto il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani (Pd) -. Stupiscono le dichiarazioni del presidente Emiliano sulla gestione dell'emergenza, visto che stiamo pagando le spese di tutte le scelte mai compiute a livello locale». «Forse il presidente Emiliano dimentica – ha concluso Sani - che il Governo, per la prima volta in Italia in un caso simile, è intervenuto con la Protezione civile su richiesta della Regione Puglia e che è stato proprio Emiliano, il 2 luglio, a chiedere la proroga dello stato di emergenza per altri 6 mesi. È tempo che anche gli enti locali si assumano in pieno le proprie responsabilità, evitando di cadere nello scaricabarile».

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