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Zona economica speciale per Napoli

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Zona economica speciale per Napoli

Una zona economica speciale per i grandi porti della Campania, quelli di Napoli e Salerno, sì da essere volano per l'economia regionale e di tutto il Mezzogiorno, da inserire tra le misure del Patto per il Sud e realizzare grazie alla leva fiscale e utilizzando le risorse della Campania. E poi la necessità di semplificare norme e burocrazia, ottimizzare tempi e risorse, e creare un hub logistico-commerciale e un hub turistico.

Queste le proposte per il futuro del porto di Napoli, secondo quel che è emerso dall'incontro promosso dall'Unione industriali di Napoli, ospitato dalla Fondazione dell'Ordine degli ingegneri presieduto da Luigi Vinci, inserito nell'edizione del Sabato delle Idee ideato da Marco Salvatore e aperto a interventi di rappresentanti del mondo accademico napoletano, dell'imprenditoria, delle istituzioni.

«I due principali porti della Campania possono e devono diventare un grande polo integrato di una zona economica speciale - ha affermato Amedeo Lepore, assessore regionale alle Attività produttive - che consenta di ravvivare, grazie alla free tax zone, gli investimenti». L'idea è fare sistema, partendo da un punto su cui tutti sono stati d'accordo: le potenzialità del porto cittadino per lo sviluppo della Campania.

Parlano i numeri: oltre 7 milioni di passeggeri, 822 milioni di tonnellate di merci in transito, il 19% del traffico navale nazionale.

«Il porto è la prima azienda della città per volume di affari ma è anche la metafora degli ostacoli e dei problemi di competitività di cui soffrono Napoli e il nostro Paese - ha sottolineato Ambrogio Prezioso, presidente dell'Unione industriali -. Sono anni che parliamo di piani di sviluppo che poi restano fermi al palo tra poteri di veto e prescrizioni che bloccano gli investimenti». Uno stallo che gli industriali, con Confcommercio e altre associazioni, propongono di superare prevedendo un'autorità regionale unica in cui Napoli abbia un ruolo centrale e siano valorizzate le esperienze di Salerno e le peculiarità di Castellammare, Torre Annunziata e Pozzuoli, e poi creando un hub logistico-commerciale e un hub turistico. Per il primo occorrerebbe intervenire su tombamento della darsena di levante, dragaggio e escavo dei fondali, infrastrutture e potenziamento dei collegamenti tra porto, interporto, retroporti.

Per l'hub turistico l'idea è riqualificare la parte monumentale del porto, sfruttando la sua naturale estensione verso il cuore della città. E tra le idee al vaglio c'è il Museo del mare nei locali dell'ex magazzino generale, l'apertura del molo di San Vincenzo e la possibilità di consentire l'attracco anche a yacht e piccole navi da crociera. Napoli come core, quindi.

«Sono fiducioso in una rinascita - ha dichiarato Antonio Basile, presidente dell'Autorità portuale -. L'accorpamento con Salerno è una buona opportunità. «Serve però - ha puntualizzato Andrea Annunziata, al vertice dell'Autorità portuale di Salerno - una regia».

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