Economia

Multa da 21,5 milioni a Telecom

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Regole e incentivi

Multa da 21,5 milioni a Telecom

  • –Andrea Biondi

Nuova stangata dall’Antitrust per Telecom. Dopo la multa da 103,7 milioni comminata nel maggio 2013 per quello che è stato ritenuto un abuso di posizione dominante nelle infrastrutture di rete, arriva una nuova sanzione – da condividere con altre sei società attive nella manutenzione – per “intesa restrittiva della concorrenza”, nell’ambito della manutenzione correttiva.

In totale la sanzione è di 28 milioni stabilita in base al valore delle vendite delle varie società: 21,5 milioni per Telecom; 133.796 euro per Alpitel; 782mila euro per Ceit; 2,38 milioni per Sielte; 1,9 milioni per Sirti; 1 milione per Site e 339.912 euro per Valtellina. L’accusa è di essersi messi d’accordo per stabilire prezzi e condizioni contrattuali. A presentare la segnalazione all’Antitrust fu Wind, il 31 luglio 2012. In seguito hanno presentato istanza di partecipazione Fastweb, Vodafone, BT Italia, Aiip e la società Mc Link.

A marzo 2013 Antitrust ha avviato l’istruttoria nei confronti delle sei aziende fornitrici estendendo poi, il 10 luglio del 2013, il procedimento a Telecom. Ieri quindi la notizia della sanzione, come si legge in una nota dell’Autorità, per «un’intesa restrittiva della concorrenza» dovuta a un accordo che «ha riguardato il coordinamento, tra il 5 luglio 2012 e l’1 febbraio 2013, delle offerte economiche e di altre condizioni contrattuali nelle procedure» predisposte «da Wind e Fastweb».

Nell’atto viene descritta una storia che parte dalla richiesta di Wind alle società fornitrici di fare un prezzo per la manutenzione correttiva su rete Telecom, pagata fino a quel momento all’interno del costo di unbundling ed esclusiva di Telecom, ma che in base alla legge 35 del 4 aprile 2012 (decreto semplificazioni) avrebbe dovuto essere scorporata e affidata alle scelte degli Olo. Un intervento della Ue (di metodo per una limitazione dell’autonomia dell’Agcom) ha poi riportato la norma in alto mare, ma nel frattempo Wind aveva chiesto. A una prima richiesta di quotazione di massima, ad aprile 2012, segue una richiesta formale a luglio. Fra la prima e la seconda le quotazioni vengono riviste al rialzo da tutti. Seguono domande di chiarimenti e risposte che Wind ritiene più o meno univoche come se eterodirette. Da qui la segnalazione, il procedimento (sono state trovate email che dimostrerebbero secondo l’Autorità l’accordo) e la sanzione di Antitrust, convinta di un volere di Telecom di mettere bastoni fra le ruote degli Olo.

Telecom però non ci sta e afferma con una nota «di aver agito in maniera assolutamente legittima» e ritiene la decisione «non condivisibile» in quanto i comportamenti che le vengono ascritti «non avevano né finalità né effetti anticoncorrenziali». Per questo «presenterà ricorso al Tar del Lazio» e «ribadisce la propria volontà di continuare a garantire agli Olo un sempre migliore accesso a tutte le informazioni tecniche e procedurali relative ai propri fornitori esterni coinvolti nell’erogazione dei servizi di manutenzione della rete».

Punto questo che riporta alla manovra che Telecom sta facendo con uno specifico Piano “anticontenzioso” che ha avuto il via lo scorso 5 novembre dal Cda. In questo piano, fra le varie misure, è prevista la possibilità per gli Olo di scegliere il proprio subfornitore per le riparazioni, purché si tratti di un operatore certificato da Telecom. Una misura che Agcom ha previsto nell’ultima delibera sui mercati d’accesso chiedendo a Telecom 60 giorni per arrivare a una proposta in tal senso.

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