Economia

Dossier Auto e macchinari rilanciano il comparto

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    Dossier | N. 6 articoliBarometro della manifattura

    Auto e macchinari rilanciano il comparto

    «Vede, il nostro problema ora è gestire la crescita».

    Vista da qui, dalla prospettiva di Walter Fontana, la crisi in effetti non si vede. Un'esperienza, quella dell'imprenditore lecchese, leader globale nelle carrozzerie d'alluminio di fascia alta, comune a numerose altre realtà della vasta filiera automotive, purtroppo non imitata dall'intero comparto della meccanica.

    Scorrendo le previsioni della fine dello scorso anno si ipotizzava per il 2015 la riscossa del settore, che a consuntivo va però ridimensionata in una modesta “ripresina”.

    Per l'area vasta della meccanica, che spazia dalla metallurgia ai mezzi di trasporto, dalla componentistica ai macchinari, dalle pompe ai rubinetti, l'anno si chiude all'insegna dell'avanti adagio, con squarci di luce a cui si contrappongono pesanti ombre.

    Nelle stime di Anima (meccanica varia), i 44 miliardi di produzione 2014 sono lievitati dell'1,3%, in egual misura grazie a mercato interno ed export, con prospettive ancora più deboli (+0,7%) per il 2016.

    Troppo poco in effetti per chiudere il gap creato dalla crisi, stimato da Federmeccanica in oltre un quarto della produzione (29,7%), output che difficilmente si potrà recuperare procedendo a questi ritmi.

    Anche perché le performance medie sono “drogate” dallo scatto dell'auto, una ripresa di produzione, richiesta di componenti ed export guidata dalla ritrovata vitalità di Fca, con volumi globali annui stimati in crescita del 70% a 650mila unità: tornati finalmente sui livelli pre-crisi, anche se distanti anni luce dagli anni d'oro, quando in Italia la produzione di quattro ruote si attestava su volumi tripli. Uno scatto evidente, a cui si aggiunge il buon momento del mercato mondiale, in grado di trainare i volumi di migliaia di fornitori nazionali: con produzioni di viti per motore, cerchioni, macchine utensili, carburatori e carrozzerie che si impennano di conseguenza.

    Un'oasi, come detto. Perché guardando oltre l'auto, altrove i numeri sono in realtà diversi, con cali diffusi, ad esempio, per l'area vasta che comprende metallurgia e prodotti in metallo. Comparti che non vivono di sola auto e che in Italia non possono ancora contare su una ripresa visibile del mercato delle costruzioni. Che non riguarda solo cemento e mattoni ma anche caldaie e infissi oppure rubinetti e valvole: meccanica, insomma.

    Situazione un poco migliore per l'area rappresentata da Federmacchine, orientata per il 70% dei volumi ai mercati esteri ma in grado nel 2015 di ritrovare domanda anche sul mercato interno. Tra macchine utensili, packaging, e le altre categorie dedicate ad esempio a legno, gomma-plastica, vetro e grafica, le consegne sul mercato interno nel 2015 crescono di oltre mezzo miliardo di euro. Con la “fetta” più cospicua, oltre 300 milioni di vendite aggiuntive, realizzata dai costruttori di macchine utensili, aziende per cui in media la domanda interna nel 2015 è cresciuta del 21%, progresso che non rende più una chimera il riaggancio dei livelli pre-crisi. Quanto mai utili gli sviluppi sul mercato domestico alla luce della nuova situazione di incertezza in ambito internazionale, dove la crisi degli emergenti pare aggravarsi con il trascorrere delle settimane, rendendo progressivamente meno marcata la spinta in arrivo dall’export, terreno di caccia “storico” per la categoria.

    Così, scorrendo i numeri del 2015, non è infrequente trovare per una volta ribaltati i ruoli: accade ad esempio nei dati di Ucimu-Sistemi per produrre (Italia +21%, export +7,9%) oppure per il packaging di Ucima(+1,4% da noi, -1,9% oltreconfine) o ancora per il meccanotessile rappresentato da Acimit (+12% sul mercato domestico, +8% oltreconfine).

    Nelle previsioni il settore riceverà una spinta ulteriore grazie agli incentivi posti in essere dal Governo (Sabatini-bis e superammortamento)e le indicazioni paiono positive anche per il 2016. Più complesso e variegato lo scenario della altre aree meccaniche, con indicazioni ancora oscillanti. Nel sondaggio realizzato da Federmeccanica, ad esempio, il giudizio sui livelli di produzione vede una perfetta equivalenza (27%) tra soddisfatti e non e identiche percentuali si ravvisano nella valutazione del portafoglio ordini.

    Qualche spiraglio è visibile però per fine anno (25 a 17 il bilancio ottimisti-pessimisti per la produzione), anche se in termini occupazionali il quadro sembra statico: il 76% prevede stabilità nei prossimi mesi, il restante 24% si divide equamente tra chi pensa di assumere e quanti invece ipotizzano riduzioni di organico.

    Un segnale confortante arriva tuttavia dalla Cassa Integrazione Guadagni, in caduta libera nel 2015, come per l’intera economia. Tra gennaio e settembre le ore complessivamente autorizzate si sono ridotte del 32,6%, il che significa virtualmente un’occupazione in crescita di 70mila unità.