
Governo pronto a muoversi su due piani per contrastare l’emergenza smog. Una cassetta degli attrezzi di strumenti concordati con Comuni e Regioni, da attivare in maniera coordinata quando vengono superate le soglie limite di polveri sottili, per le emergenze: non soltanto il blocco del traffico, ma anche l’abbassamento dei limiti di velocità per le auto, gli sconti sui mezzi pubblici e l’introduzione di vincoli più stringenti per i riscaldamenti. E una serie di interventi strutturali da mettere a sistema nel medio periodo, come il rinnovo del parco di autobus e treni, l’efficientamento dei condomini, il potenziamento della rete di colonnine per i veicoli elettrici. Con la partita delle risorse di emergenza ancora da definire: sul piatto ci sono già 40 milioni di euro, tra stanziamenti del collegato ambientale e proventi della aste di Co2, ma la dotazione dovrebbe crescere con l’individuazione di nuove coperture.
È questo lo schema al quale sta lavorando il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, insieme al ministero delle Infrastrutture e allo Sviluppo economico, e che oggi passerà da una prova decisiva: la riunione a Roma con i rappresentanti di Regioni e Comuni che, dopo giorni di trattative interne, consegneranno all’esecutivo una lunga serie di richieste. Sul tavolo arriverà il decalogo preparato dal l’Anci, ma anche un pacchetto di priorità individuate dalla Conferenza dei governatori.
Alla riunione parteciperanno anche il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio e il direttore generale dell’Ispra, Stefano La Porta. Il loro compito sarà di aggiornare Governo ed enti locali sulla situazione dell’inquinamento e sulle previsioni meteorologiche per i prossimi giorni. I dati in arrivo da tutta Italia dicono che i provvedimenti di blocco e riduzione del traffico non stanno portando i risultati attesi. A Roma, nonostante le targhe alterne, ieri su 13 centraline di rilevamento 11 hanno sforato il limite massimo. A Milano, dove ieri c’è stato il secondo giorno di blocco del traffico, le concentrazioni di Pm10 sono salite ancora, superando per il 34esimo giorno il tetto consentito. Anche se dal Comune spiegano che le valutazioni definitive andranno fatte dopo il terzo giorno di blocco.
Dai contatti in corso in queste ore, comunque, è sempre più evidente che il tema dell’emergenza andrà di pari passo con quello dell’ordinaria amministrazione. Come dice il sindaco di Torino e presidente Anci Piero Fassino, l’incontro «sarà la sede non solo per discutere di provvedimenti per le emergenze ma di quali misure strutturali possano essere adottate dal Governo». Dal lato dei Comuni, il riferimento è un decalogo al quale ha lavorato, tra gli altri, l’assessore all’Ambiente di Milano e responsabile Ambiente dell’Anci, Pierfrancesco Maran: «Ci servono, anzitutto, procedure chiare per capire cosa va fatto quando ci sono diversi giorni di sforamento, anche perché un inverno poco piovoso ricapiterà in futuro. Ma bisogna anche cogliere l’occasione dell’attenzione sulla questione per affrontare alcuni problemi». Il documento Anci li elenca puntualmente, a partire dalla necessità di stabilizzare le risorse dedicate al Tpl, passando dal rinnovo del parco treni e autobus, dalla rottamazione dei mezzi privati più vecchi, dalla sostituzione obbligatoria delle caldaie più inquinanti, per arrivare al finanziamento delle infrastrutture metropolitane e della mobilità sostenibile.
Oltre ai Comuni, ci saranno i governatori. Il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini metterà in fila quattro richieste: incentivi per sostituire sia i mezzi pubblici che quelli privati più inquinanti, potenziamento del trasporto pubblico locale, revisione del sistema delle Agenzie ambientali, per evitare che i dati circolino senza controllo. E, soprattutto, maggiore coordinamento centrale. «Serve una forte guida del Governo – dice Bonaccini -, per un grande piano di efficienza energetica degli edifici e di sostituzione dei sistemi di riscaldamento anche dei privati». Sul fronte del Tpl, il modello potrebbe essere la “gara del ferro”, indetta proprio dall’Emilia Romagna per l’affidamento dei suoi servizi ferroviari.
Oltre alle misure per l’emergenza, l’esecutivo ribadirà l’impegno su una serie di fronti già aperti. Il premier Matteo Renzi ieri ha sottolineato la volontà di passare da 2mila a 20mila colonnine di ricarica elettrica «nell’arco di un paio di anni», di rinnovare il parco autobus e di rendere più efficienti le case popolari, secondo le indicazioni contenute in legge di Stabilità. Misure che fanno il paio con altri interventi della manovra: il prolungamento degli ecobonus, le risorse per le piste ciclabili, le semplificazioni per la manutenzione dei condomini.