Economia

Saldi, partenza senza entusiasmo

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Saldi, partenza senza entusiasmo

  • –Emanuele Scarci

MILANO

Partenza fiacca dei saldi invernali e ripresina nel giorno dell’Epifania. La stagione invernale dei supersconti parte con il piede sinistro a causa di un confronto sfavorevole: l’anno scorso i saldi partirono di sabato, quest’anno di martedì in gran parte delle Regioni. Ma ci si attende il pienone per il prossimo week end.

Per Massimo Torti, segretario generale di Federmoda Milano, l’avvio è stato «tutto sommato soddisfacente nel primo giorno dei saldi, mentre oggi (ieri per chi legge ndr), festa dell’Epifania, si nota un maggior interesse grazie al giorno festivo». In particolare negli outlet.

Secondo Federmoda Milano (aderente a Confcommercio), il risultato della prima giornata è molto vicino ai livelli del 2015, con un lieve decremento dell’1% e uno scontrino medio di 95 euro.

Confesercenti ha addirittura stimato una crescita delle vendite del 5% nel primo giorno dei saldi invernali. «È quello che ci dicono i nostri associati - dichiara Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti - E si spiega con l’arrivo del freddo: le famiglie hanno approfittato degli sconti per acquistare capi di abbigliamento pesante. In realtà i saldi non ufficiali erano già partiti a fine dicembre, con sconti particolari, per esempio, sulle carte fedeltà».

«Il nostro dato - specifica Torti - è la media delle rilevazioni nei negozi aderenti, che non sono quelli della grande distribuzione».

Infatti la campana di Federdistribuzione (l’associazione delle catene commerciali che annovera retailer come La Rinascente, Coin, Zara, Ikea, Percassi) è diversa. «Non poteva che andare male - sottolinea il presidente Giovanni Cobolli Gigli -. Nel 2015 i saldi sfruttarono il primo week end, quest’anno, con le persone al lavoro, l’interesse è stato scarso. La nostra associata La Rinascente ci segnala un calo del 40% rispetto al primo giorno del 2015. E anche nei centri commerciali l’avvio è stato fiacco. Nel giorno dell’Epifania c’è stato un certo recupero, ma non tale da recuperare il gap del primo giorno».

E nelle regioni che hanno scelto saldi anticipati, dal 2 gennaio? «Gli operatori di Campania, Sicilia, Basilicata e Valle D’Aosta - risponde Cobolli Gigli - si sono dichiarati soddisfatti. L’errore di Federmoda è evidente: avevamo chiesto l’avvio dei saldi dal primo week end del 2016 ma loro si sono opposti. Detto questo, spero che i saldi invernali si concludano con un incremento delle vendite e dei consumi: il nostro Paese ne ha tanto bisogno. Del resto lo 0,1% di inflazione del 2015 rende bene l’idea di un Paese dove il settore del tessile-abbigliamento è fermo e l’alimentare in lievissima ripresa».

Torti però sottolinea che «non ci può essere una corsa continua ad anticipare i saldi invernali, si arriverebbe in dicembre: sono vendite di fine stagione e come tali si dovrebbero realizzare, secondo i nostri associati, a fine gennaio. È già tanto anticipare a inizio gennaio, esattamente dal primo giorno antecedente l’Epifania. Come prescrive la legge e la conferenza delle regioni». Secondo i negozianti, il clima mite di quest’anno ha fortemente rallentato le vendite e anticipare i saldi avrebbe compromesso ulteriormente i margini.

Secondo Bussoni è presto per passare ai bilanci «ma è sufficiente arrivare al secondo weekend dei saldi per capire come è andata. Questa partenza, comunque, ci fa restare fiduciosi nella conferma delle previsioni di un incremento del valore dei saldi invernali. In generale, per mantenere inalterato il valore di attrazione dei saldi bisognerebbe fissare una data precisa: poco importa se dal 2 gennaio o dal 6 febbraio. L’importante è avere una data precisa che valga per tutti».

Tra i prodotti più richiesti nelle prime due giornate di saldi, l’associazione milanese cita i capi di abbigliamento più pesanti: piumini, maglieria, giubbotti, camiceria, capispalla, cappelli, stivaletti, ma anche sneakers, borse e accessori.

«I saldi “sani” - precisa Torti - sono quelli visibili con il 30-40 per cento. Che, in una seconda fase, arrivano anche al 50-60 per cento. Diffidare dei negozi che espongono, già in avvio, il 60-70% di sconto».

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