milano
Dovrebbe essere pronta nei prossimi giorni la prima bozza informale della due diligence realizzata dal ministero dell’Economia e delle finanze per valutare lo stato patrimoniale di Arexpo, la società proprietaria dei terreni di Expo che, con il varo del decreto Happy Days, è adesso incaricata anche della gestione del futuro dell’area.
Il documento è fondamentale per stabilire con quali modalità (l’acquisizione di quote societarie da parte di Fiera Milano oppure una ricapitalizzazione) e con quanti soldi il governo entrerà nella compagine societaria di Arexpo, come annunciato nel decreto dello scorso novembre. Il testo del decreto ha infatti ufficializzato il coinvolgimento dello Stato nelle attività della società e lo stanziamento di 50 milioni per il 2015 per tali attività.
In attesa del decreto attuativo (probabilmente un Dpcm) che metterà finalmente a disposizione le risorse statali, la garanzia ufficiale fornita dal governo è servita comunque ad Arexpo per ottenere dalle banche (con cui ha in essere debiti per circa 90 milioni) lo sblocco di 7 milioni necessari a coprire alcuni impegni già in essere con Fiera Milano (che ha incassato la metà del dovuto, accettando di ricevere il resto la prossima primavera), il Comune di Rho e alcune banche.
Nuova linfa per Arexpo, che nell’immediato dovrà gestire il cosiddetto «fast post Expo», ovvero la fase transitoria tra lo smantellamento del sito e l’avvio dei cantieri per i progetti di lungo termine, è arrivata anche dalla Regione Lombardia, che a fine dicembre ha stanziato 50 milioni proprio per questa fase di passaggio. «È la nostra urgenza – conferma il presidente di Arexpo Luciano Pilotti – perché è imminente e perché si tratta di una fase strategica per il destino dell’area. Ci consentirà di riaprire alcuni padiglioni e la zona attorno al Cardo, per un totale di circa 200mila mq». Si parte già il prossimo aprile, con le attività legate alla XXI Triennale Internazionale di Milano, dedicata al design, e altri eventi e iniziative che accompagneranno il sito fino all’apertura dei cantieri per il post Expo vero e proprio: lo Human Technopole voluto dal governo, ma anche altri progetti al momento in via di definizione. Tra questi, l’incubatore di start up proposto da Assolombarda e il nuovo Campus dell’Università Statale di Milano, la cui fattibilità è allo studio in questi mesi dell’Ateneo stesso insieme a Regione Lombardia e Cassa depositi e prestiti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA