Economia

Emilia, Piemonte e Friuli sul podio dell’innovazione in Italia

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Emilia, Piemonte e Friuli sul podio dell’innovazione in Italia

L’Emilia Romagna è sul podio, insieme a Piemonte e a Friuli Venezia Giulia: sono, in Italia, le regioni che spiccano per innovazione. Ma il primato è da collocare in un sistema Paese che, in questo campo, si guadagna solo la sufficienza – 19esimo posto in Europa - e che continua a inseguire non solo i leader – parliamo dei Paesi scandinavi – ma anche i cosiddetti follower innovator, vale a dire Stati come Regno Unito e Francia.

E’ una ricerca di Nomisma a fotografare non solo le condizioni oggettive in aree come l’Emilia ma anche, grazie a mille interviste, il grado di percezione dei cittadini della propensione all’innovazione. Emerge che le imprese della regione brillano (oltre il 60% delle aziende nell’ultimo anno ha introdotto almeno una innovazione) ma anche che da parte del cittadino consumatore l’attenzione verso la ricerca e sviluppo c’è ed è forte: l’interesse è molto o abbastanza per il 95% delle persone a livello nazionale, per il 92% a livello regionale. “Innovazione significa progresso – spiega Silvia Zucconi coordinatore Consumer Insight di Nomisma – e sette aziende su dieci che introducono innovazioni segnalano un significativo incremento del risultato economico. Ma i benefici sono percepiti in modo chiaro anche dai consumatori: l’82% degli italiani pensa che la capacità di innovazione delle imprese implichi un cambiamento positivo nella vita di tutti i giorni, oltre ad essere un fattore determinante per la crescita del nostro Paese”. Per il 94% degli intervistati, infatti, innovare è essenziale per promuovere la crescita economica. Ed è forte la consapevolezza (83%) delle scarsità di prospettive per un’azienda che non innova. Rilevante anche la quota (82% a livello nazionale, 83% a livello regionale) di chi ritiene che i prodotti e i servizi innovativi semplificano la vita di tutti i giorni. Gli oltre 20 miliardi di euro spesi dal Governo e dalle imprese italiane per la ricerca e lo sviluppo, circa l’1,3% del Pil, sono inoltre considerati un investimento troppo basso da almeno la metà degli emiliano romagnoli e dal 45% degli italiani complessivamente. Da notare che in Emilia Romagna non c’è un forte scollamento tra la situazione oggettiva – la spinta all’innovazione delle imprese – e la percezione dei cittadini: il 42% considera infatti le aziende della regione fortemente avanzate. Per quanto riguarda le aree nelle quali l’investimento in ricerca e sviluppo è considerato essenziale, al primo posto troviamo la medicina e la sanità in generale, seguita dall’ambiente e dalle scienza e tecnologia. Meno spazio occupano settori come quello dell’educazione, dell’alimentazione, della casa. Nei prossimi 15 anni, per gli intervistati, il progresso scientifico e tecnologico dovrebbe concentrarsi soprattutto sulle cure mediche, sulle fonti energetiche, sulla creazione di nuova occupazione e sulla tutela dell’ambiente.

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