Economia

Caccia alle nuove destinazioni

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Industria

Caccia alle nuove destinazioni

  • –Vincenzo Chierchia

Tra i tour operator , in allarme per la sicurezza, è scattata la caccia alle destinazioni alternative (per evitare rischi) e si punta su un marketing più aggressivo. Prima il Sinai, poi Parigi, Istanbul e per ultima Giacarta. Se gli attacchi terroristici condizionano la domanda di viaggi all'estero, i tour operator ridisegnano la mappa del turismo internazionale: off limits i Paesi sulla lista nera della Farnesina, offerte “flessibili” su destinazioni come Egitto, Tunisia o Turchia potenziali vittime dell'emotività del momento, investimenti decisi su Mediterraneo sicuro, Caraibi e Far East così da andare incontro agli orientamenti della domanda.

L'effetto Isis sul mercato dei viaggi si sente eccome: «Le dinamiche dei flussi cambiano velocemente, ma il sistema – secondo il presidente di Astoi Luca Battifora – anche in quest'anno complicato sta tenendo». Ci sono destinazioni che, sull'onda dell'emotività, hanno perso dal 10 al 20% dei propri arrivi: i Paesi arabi delle sponde del Mediterraneo, poi grandi capitali come Parigi, Londra e New York, percepite come possibili bersagli del terrorismo. Sul Mar Rosso, fino a qualche anno fa meta prediletta del turismo balneare invernale degli italiani, il calo dei visitatori segna picchi del 35 per cento. E qualche tour operator come Phone & go, ad esempio, molto legato all’Egitto, ha avuto gravi difficoltà .

Il trasporto aereo in generale rallenta, le compagnie aeree sono caute. «C’è stagnazione su tutte le aree - dice Umberto Solimeno, presidente Ibar -. I booking engines registrano un velocità rallentata. L'effetto terrorismo non produce buoni risultati sul trasporto. Da dicembre ad oggi il trend è negativo e coinvolge tutti i segmenti della filiera» «Il colpo – aggiunge Battifora – si sente. Ciò non significa che le nostre aziende stiano disinvestendo nelle aree a rischio. Magari ridurranno numericamente gli acquisti con i fornitori, ma non alzano bandiera bianca». E soprattutto si lavora sulla tutela del cliente: «Per Paesi come Egitto, Tunisia o Turchia proponiamo per esempio pacchetti flessibili, soggetti a variazioni anche dell'ultimo momento». Quanto ai prezzi, destinazioni del genere possono andare soggette a ribassi di 10 o 20 punti percentuali: il prezzo lo fa il mercato del momento. La gente tuttavia non ha rinunciato a viaggiare: «Ci sono destinazioni in crescita – continua il presidente dei tour operator aderenti a Confindustria – come Caraibi, Maldive, Paesi del Far East come la Tailandia. La richiesta aumenta, così come i tempi di permanenza».

In sostanza la spesa media per il turismo all'estero questo inverno cresce. L'interrogativo è il solito: questi flussi saranno in grado di controbilanciare la flessione dei Paesi arabi cui la clientela italiana era più affezionata? «I conti – risponde Battifora – si faranno solo alla fine. Per ora possiamo dire che il sistema italiano sta tenendo, nonostante un'annata particolarmente problematica».

Ma quali sono le nuove frontiere. Fari accesi sul Centro e Sud America. Si intensificano gli investimenti a Cuba, nella Repubblica Dominicana, in Giamaica e nell’area delle Bahamas. Il Messico resta gettonatissimo per gli italiani e gli operatori dei villaggi stanno ampliando la rete. Alle stelle anche l’interesse per il Brasile . Per quanto riguarda l’Oceano indiano c’è un rilancio di interesse per le Seychelles , sempre bene Mauritius. Nuove destinazioni di investimenti italiani Madagascar e Mozambico, mentre Kenya e Tanzania tengono. Qualche cautela sulle Maldive, mentre c’è un forte ritorno di investimenti sulle isole della Grecia con unaraffica di nuovi insediamenti.

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