Economia

«Adesso siamo più competitivi»

  • Abbonati
  • Accedi
Industria

«Adesso siamo più competitivi»

«Magari tutto funzionasse così in Italia, anche l’imprenditore si sentirebbe di avere le spalle coperte, agirebbe con maggiore fiducia». Marco Pasetti è certamente tra gli sponsor convinti della Sabatini-bis, strumento utilizzato di recente per una nuova linea di flaconatura. Macchinario indispensabile per la Farmaceutici Dr. Ciccarelli, storica azienda del largo consumo, protagonista dei Caroselli degli anni ’60 con Pasta del Capitano e Cera di Cupra.

Il tasso variabile ottenuto dalla banca per un finanziamento da 1,7 milioni di euro finalizzato a fine 2014 è pari al 2% e dunque anche in questo caso il rimborso della Sabatini-bis sarà più che integrale rispetto a quanto chiesto dall’istituto di credito. Il macchinario, così come per la Ludovico Martelli, è fornito da Marchesini group, uno dei leader del settore del packaging in Italia, e consente all’azienda di migliorare le proprie performance.

«Con questa nuova flaconatrice - spiega il presidente e ad Marco Pasetti - siamo più competitivi, la nostra efficienza è aumentata, i costi di produzione si riducono». L’investimento - spiega l’imprenditore - prima o poi sarebbe stato realizzato comunque, anche se l’esistenza della normativa ne ha accelerato i tempi. «C’è poco da fare - aggiunge - ogni azienda per sopravvivere deve investire in ricerca, risorse umane, tecnologia e macchinari. La Sabatini-Bis è arrivata come il classico cacio sui maccheroni ed è senza dubbio uno strumento che funziona».

Ciclo di investimenti che l’azienda, arrivata alla quarta generazione imprenditoriale, aveva già avviato nel 2008, per reagire alle prime avvisaglie del rallentamento globale, cercando anche progressivamente di portare i propri prodotti sui mercati esteri. «In tutti i settori ormai l’Italia non basta più - aggiunge l’imprenditore - la presenza estera è fondamentale e in questa direzione stiamo concentrando nuovi sforzi. Quando scorro l’elenco dei cavalieri del Lavoro (Pasetti ha ottenuto l’onorificenza nel 2013 ndr.) vedo sempre che le aziende coinvolte esportano il 70-l’80% e qualche volta anche di più. La direzione è quella, non c’è dubbio».

Dopo un lungo iter normativo, l’azienda 30 milioni di ricavi, 65 addetti e una quota di export ancora residuale, è riuscita per la prima volta a penetrare in Cina, aprendo le porte di un mercato potenzialmente sterminato. «Per ora si tratta di un ordine da 50mila euro, è ancora poca cosa, ma ci aspettiamo che la crescita sia rilevante. Siamo stati alla fiera Cosmoprof Asia, ad Hong-Kong, attivando nuovi contatti che saranno utili per ampliare le nostre esportazioni. Anche per questo l’investimento in nuovi macchinari era necessario: quando passo davanti al nuovo impianto lo vedo quasi sempre attivo. Evidentemente è un buon segno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA