Economia

Da Padova un Patto per innovare la manifattura

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fabbrica 4.0

Da Padova un Patto per innovare la manifattura

Un nuovo tassello si aggiunge alla discussione in atto tra le Pmi italiane a proposito della Fabbrica 4.0 e della piena realizzazione della manifattura digitale. Viene da Padova, dove, durante l’assemblea per la prima volta congiunta di tre sezioni industriali della provincia, quelle dei metalmeccanici, sei servizi innovativi e dell’energia, è stato lanciato un «Patto per innovare la manifattura» che prevede sinergie trasversali tra comparti differenti, una politica industriale regionale centrata sulle tecnologie e non sui settori, l’obiettivo di razionalizzare i centri di ricerca e tecnologici, che in Veneto sono circa un’ottantina.

L’ambizioso progetto vuole fungere da apripista per la creazione di un «ecosistema» - che parta dal Veneto per poi divenire modello - per la transizione alla manifattura 4.0, con impegni precisi per le imprese, come investimenti tecnologici e sul capitale umano, e una road map per il governo regionale e nazionale. Non incentivi a pioggia, ma policy e bandi orientati all’Industria 4.0, per re-ingegnerizzare i processi produttivi attraverso il massimo utilizzo di tecnologie come big data, banda ultralarga, robotica avanzata e meccatronica, manifattura 3D e la crescente integrazione tra manifattura e servizi innovativi, tra aziende capofila e fornitori.

Ma anche voucher per diffondere le tecnologie digitali nelle Pmi. Misure da finanziare attraverso le risorse della programmazione europea 2014-2020 per far decollare in Veneto la «quarta rivoluzione industriale» che promette un salto competitivo dell’industria per la capacità di interconnettere e far dialogare macchinari, persone, dati, clienti lungo l'intera catena del valore. Un nuovo paradigma che porterà in dote al manifatturiero nordestino una crescita aggiuntiva di 1,7 miliardi di euro l’anno (8 miliardi al made in Italy) e oltre 8mila nuovi addetti (39mila in Italia; Fondazione NE-Prometeia).

L’argomento è stato discusso nella sede di Confindustria con Alberto Bombassei, presidente di Brembo e ideatore del parco tecnologico Kilometro Rosso, Stefano Quintarelli, presidente del comitato di indirizzo dell’Agenzia per l’Italia digitale, Gianni Potti, presidente del comitato nazionale coordinamento territoriale di Confindustria servizi innovativi e tecnologici, Isabella Chiodi, delegata di Confindustria Padova per l’innovazione e di Confindustria Veneto per il riordino centri ricerca e trasferimento tecnologico, e con l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato. Al quale le imprese padovane hanno strappato promesse non banali: innanzi tutto risorse finanziarie precise, destinate alle Pmi, poi l’attivazione di un confronto costante con le categorie economiche, a partire da un tavolo sinergico, infine l’impegno di eliminare soggetti inutili e enti superati.

«La politica è in ritardo - hanno detto in coro i presidenti Mario Ravagnan, Ruggero Targhetta e Claudio Fiorentini - i tempi sono invece maturi per cogliere l’occasione di Industria 4.0. Anche da parte delle imprese. A questo proposito dopo l’assemblea congiunta avvieremo un road show nel territorio per diffondere cultura 4.0 e la necessità di riorganizzare o realizzare filiere integrate di produzione di beni e servizi per accompagnare il manifatturiero a generare il 25% del Pil».

Restano i problemi di cultura, prima di tutto, ma anche di competenze e di scarsa propensione all’investimento in tecnologie innovative. Un aiuto fattivo può giungere dal programma per la manifattura digitale allo studio del ministero per lo Sviluppo economico: Industry 4.0, già presentato nelle sue linee guide, prevede un position paper che – lo ha annunciato a Padova Quintarelli – sarà sottoposto a consultazione pubblica di tutti gli stakeholder, per raccogliere considerazioni e proposte e poi essere messo definitivamente a punto, entro il prossimo marzo.

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