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La cucina ai tempi della crisi: torna la trippa che sconfisse la peste

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La cucina ai tempi della crisi: torna la trippa che sconfisse la peste

Con recessione e crisi economica – non ancora del tutto diradate dal pallido sole di una ripartenza velata – rispuntano antiche tradizioni, mai scomparse, che portavano con sé l’idea del risparmio e della “razionalizzazione” dei consumi. È il caso della trippa.

È probabile che i cosiddetti “Millennials” non ne abbiano quasi sentito parlare: ma la trippa, in realtà, sta alla Pianura padana, al Nord Italia, alla Liguria e anche alla Toscana, come le animelle e la coda alla vaccinara stanno ai romani, i quali, del resto, non disegnano neppure la trippa.

Tradizione antica e anti spreco
«La trippa era consumata già al tempo degli antichi greci e dei romani – spiegano da Coldiretti Lombardia –. Questa frattaglia è stata per lungo tempo un piatto delle famiglie meno abbienti perché ricavata da una delle parti meno costose del bovino, lo stomaco. Questo la rende ancora oggi un piatto anti spreco e anti crisi che può essere preparato senza grandi spese». Il costo della materia prima, infatti, oscilla dai 5 ai 7 euro al chilo.

“Antidoto” contro la peste
Stando alla tradizione, come riferisce Coldiretti, «nonostante sia a buon mercato, la trippa costituisce un pasto nutriente in quanto ricca di proteine, sali minerali, ferro e vitamine». Addirittura, secondo la tradizione, questo alimento nei secoli «ha contribuito a sfamare i lodigiani e a renderli più forti contro le epidemie di peste. Da questa credenza deriva il proverbio popolare “Mangià la buseca de San Bassan, vör di sta ben tüt l'an” che significa “mangiare la trippa di San Bassiano vuol dire star bene tutto l’anno”».

La festa di Lodi
In occasione della festa patronale della città di Lodi – il 19 gennaio – la tradizione locale prevede la distribuzione della Trippa di San Bassiano, e, come ricorda Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza, «la trippa è uno di quei piatti che raccontano la nostra storia, il nostro legame con il territorio e la nostra agricoltura».

Paesi e ricette
Ma, come detto, la tradizione non è solo di Lodi... Gli ingredienti spaziano dalla cannella allo zafferano, dall’aglio ai chiodi di garofano, per un piatto che resta protagonista ancora oggi di sagre e fiere. Come raccontano dalla Coldiretti lombarda, «in provincia di Lodi, nel Milanese e nella Brianza, la trippa si prepara con carote, patate, sedano, pomodoro, pancetta, fagioli, formaggio grattugiato e spezie». A Brescia, invece, la frattaglia viene consumata «con l'aggiunta di aglio e immersa nel brodo così come nella Bergamasca, dove però una delle varianti prevede anche l'utilizzo dello zafferano». E se a Mantova si può trovare la zuppa di trippa con la cannella e i chiodi di garofano, «a Cremona – rivela la Coldiretti – la preparazione si arricchisce con i fagiolini dell’occhio, mentre in provincia di Pavia si utilizza il lardo al posto della pancetta». In provincia di Como è ancora viva la tradizione del “Büsechin della Vigilia”, legato alla notte di Natale e gustato in compagnia dopo la messa di mezzanotte.

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