Economia

Sofferenze bancarie, il buco nero è nelle costruzioni

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Sofferenze bancarie, il buco nero è nelle costruzioni

Il buco nero è nelle costruzioni. L’accelerazione delle sofferenze bancarie in Italia, che nel valore lordo hanno sfondato i 200 miliardi di euro, è legata in particolare alla crisi del mattone, dove i tassi di crescita dei crediti non esigibili è lievitato ben oltre la media. In generale, per le società non finanziarie dell’intera economia, l’incidenza delle sofferenze in rapporto agli impieghi è pari al 17,8% (143,3 miliardi il valore assoluto a novembre) mentre per le costruzioni la quota lievita al 29%.

È il risultato di una corsa sfrenata degli ultimi anni, che ha portato il valore assoluto del settore a passare dai 9,2 miliardi del 2010 ai 40,6 odierni. Valori più che quadruplicati, nel momento in cui la media delle attività manifatturiere “solo” raddoppiava.

Così, la divaricazione dei trend ha provocato il “sorpasso”, con le sofferenze delle costruzioni a valere da sole 4,6 miliardi in più (il totale è per le società non finanziarie 40,6 miliardi) rispetto ai crediti a rischio per l’intera area della manifattura, arrivati a 35,9 miliardi.

Tra i comparti più virtuosi vi è ad esempio la fabbricazione dei macchinari, dove l’incidenza delle sofferenze è limitata al 13%, oppure agli alimentari (14%). Altre aree di difficoltà, seppure con valori assoluti di sofferenze molto più ridotti rispetto alle costruzioni, sono tessile-abbigliamento e legno-arredo, dove l’incidenza dei crediti non performanti oscilla tra il 26 e il 28% degli impieghi di settore.

Primato assoluto di “solidità” è per il settore che può contare su incassi quasi certi, cioè i fornitori di energia elettrica e gas. Qui le sofferenze valgono appena 538 milioni, l’1,9% degli impieghi totali.

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