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Pronte le linee guida Mibact per il Piano strategico del turismo

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Cultura & viaggi

Pronte le linee guida Mibact per il Piano strategico del turismo

L’appuntamento è dal 7 al 9 aprile a Pietrarsa (Napoli) presso il Museo nazionale ferroviario delle Fs. Nel corso degli Stati generali del turismo sostenibile e della cultura sarà presentata la bozza del Piano strategico nazionale per il turismo le cui linee guida sono state illustrate dal ministro dario Franceschini all’ultimo incontro del Comitato permanente del turismo di qualche giorno fa. Al di là dei problemi che stanno caratterizzando il decollo del rinnovato Enit - la trasformazione in ente pubblico economico è risultata finora complessa per l’ente presieduto da Evelina Christillin - gli uffici della Direzione Turismo Mibact, guidata da Francesco Palumbo, hanno lavorato alla stesura dei dossier per arrivare a definire dei principi cardine del documento che segnerà l’azione del Governo ed anche degli enti locali nel campo del turismo. Come ha sottolineato Franceschini «la riformulazione del Piano strategico di sviluppo del turismo ha come obiettivo di far riconquistare al turismo italiano le posizioni perdute nel mercato globale con l'introduzione delle innovazioni necessarie per rispondere in modo sempre più incisivo alle nuove sfide imposte dalla competizione mondiale». Il nuovo Piano si baserà inoltre sul lavoro fatto qualche anno fa dal ministro Piero Gnudi. Un punto chiave è che nella definizione di un Piano strategico di sviluppo le proposte dovranno evolvere nella definizione di una politica sistemica sia dal punto di vista dei tematismi che da quello territoriale. «Ciò significa - ha sottolineato Franceschini - che le proposte avanzate per la digitalizzazione e la sostenibilità dovranno essere riviste ed aggiornate. Per quanto riguarda la digitalizzazione, si dovrà tener conto degli obiettivi e degli interventi che il Governo sta mettendo in atto per configurare l'Italia digitale del prossimo futuro, mentre per la sostenibilità l'ambizione è di definire un Piano strategico tTurismo quale pilastro fondamentale dello sviluppo sostenibile del nostro Paese, innovando ed adeguando le strutture di offerta, le forme di consumo turistico e, più in generale, le infrastrutture e gli strumenti affinché gli usi turistici siano sempre più compatibili con la conservazione e valorizzazione delle risorse e del territorio. La sostenibilità sarà declinata in vari modi - ha aggiunto -. Per esempio: redistribuendo i flussi sul territorio e favorendo la loro destagionalizzazione con la valorizzazione di territori ricchi di potenzialità attrattive ancora inespresse; il potenziamento delle offerte per il tempo libero per accrescere le permanenze medie; la crescita dell'offerta di infrastrutture che rendano sempre meno inquinanti le forme di accessibilità e permeabilità dei luoghi; l'incremento degli strumenti per un consumo turistico anche virtuale delle nostre risorse e altre misure ancora che dovranno essere individuate e specificate nel Piano». Con questa iniziativa si delinea poi un nuovo modello di programmazione partecipata. «L'obiettivo della crescita di competitività del settore turistico italiano - ha spiegato Franceschini - dovrà essere declinato in strategie e piani d'azione condivisi all'interno del Piano strategico di sviluppo “sostenibile” del turismo, caratterizzato da una vision molto chiara, un approccio dinamico ed un orizzonte temporale di medio termine. Il Piano dovrà essere integrato relativamente sia ai soggetti che agli oggetti (risorse, territori e tematismi). Per favorire l'integrazione tra le politiche che a livello centrale più o meno direttamente investono il turismo, il Mibact si impegna ad attivare uno o più tavoli per coordinare strategie e politiche relative, prima di tutto, alla mobilità (anche dolce), alla digitalizzazione degli istituti della cultura, al sostegno delle industrie creative ed altro ancora che durante la stessa stesura del Piano potrà essere individuato. Il Piano - ha precisato - dovrà favorire il disegno di una nuova governance che, non intervenendo sulle attività di governo di attività e progetti che fanno capo ai singoli soggetti, dovrà però permettere un migliore coordinamento strategico tra Mibact, Regioni, enti locali e imprese per condividere le priorità di policy di aree turisticamente omogenee (distretti, Stl, Dmo, etc.) portando a sintesi e finalizzando su poche e strategiche attività i differenti piani che investono quei territori. Il Piano dovrà essere partecipato implementando un processo “continuo” di coinvolgimento dei principali attori e, insieme, delle collettività. La continuità del processo partecipativo, nel senso che questi non si interrompe una volta che il piano sia stato realizzato, potrebbe essere assicurata dai nuovi strumenti a disposizione, come le piattaforme social, ed il Mibact - ha rilanciato Franceschini - si impegna ad attivare le risorse umane e strumentali necessarie alla loro gestione». Il Piano detterà le linee guida da sviluppare a livello operativo con «degli specifici Piani di azione - ha spiegato Franceschini - che saranno stati individuati utilizzando il metodo partecipativo. Il Piano dovrà favorire anche la semplificazione delle procedure, prima di tutto quelle di aiuto alle imprese. Anche a questo riguardo il Mibact si impegnerà a realizzare uno o più Tavoli per arrivare a procedure, e modulistica, standardizzate che possano in modo efficace, indipendentemente dai territori di riferimento, essere compilati in via informatica da imprese anche di piccola dimensione». E l’Enit che ruolo avrà, ci si chiede a questo punto. «Il Mibact - ha replicato Franceschini - si impegna ugualmente ad attivare un processo cooperativo con Enit per definire delle linee guida necessarie all'integrazione delle politiche di promozione con quelle di infrastrutturazione turistica. Sotto tale profilo gli strumenti di marketing operativo gestiti da Enit devono avere la massima coerenza con gli obiettivi nazionali individuati dal Piano strategico, generando una pianificazione perfettamente sintonica con il rafforzamento del Brand Italia, l'armonizzazione della pianificazione territoriale, l'individuazione dei territori turisticamente omogenei ed i grandi attrattori nazionali». Pertanto «il “processo di Pietrarsa” verrà a costituire, in questa impostazione, un asse portante del processo di consultazione ed elaborazione del Piano - ha sottolineato il ministro - con il coinvolgimento anche delle componenti più rilevanti del turismo italiano. In quest'ottica, il prossimo appuntamento (c.d. Pietrarsa 2) sarà l'occasione per condividere con gli operatori la visione e le strategie del Piano strategico di sviluppo “sostenibile” del turismo, nonché per presentare i primi esiti dei processi di consultazione avviati con le Regioni, gli enti localie le altre amministrazioni competenti». «Va osservato - ha concluso il ministro - che la formulazione di un Piano di questo tipo (complessivo, sistematico, articolato anche negli strumenti ) richiede l'esistenza di condizioni di consenso e condivisione molto elevate, in primo luogo a livello istituzionale, con un rafforzamento importante della credibilità dei contenuti che sono la trama del lavoro da svolgere. Non è detto che queste condizioni vi siano o possano essere conseguite in tempi brevi, sia perché il settore è connotato da una forte frammentarietà e disomogeneità sia per l'enorme numero degli stakeholder interessati. Il nostro impegno, ma anche quello di tutti gli operatori del settore, è fare tutto il possibile affinché queste condizioni si realizzino nei tempi previsti».

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