Economia

Spumante e acque minerali: Togni investe e fa rotta su nuovi mercati

  • Abbonati
  • Accedi
bevande

Spumante e acque minerali: Togni investe e fa rotta su nuovi mercati

Undici milioni di investimenti per portare a 20 milioni di bottiglie all’anno la produzione di spumanti – con i quali è leader di mercato in Italia nella grande distribuzione organizzata – e per arrivare a 350 milioni di bottiglie di acque minerali. Da Serra San Quirico, nell’Anconetano, il gruppo Togni vara un nuovo un piano di sviluppo per consolidarsi in Italia e aprirsi nuovi varchi all’estero. Cina, Usa, Russia, Paesi dell’Europa Occidentale sono già mercati di riferimento. «Ma nei nostri programmi c’è anche l’Africa, un grande mercato che soprattutto per le acque minerali ha notevoli potenzialità di crescita», dice l’amministratore del gruppo marchigiano Paolo Togni. L’azienda è una impresa storica del sistema produttivo regionale, ha mosso i primi passi nell’immediato secondo dopoguerra. Si è conquistata ampi spazi in Italia – primo sbocco – ma anche all’estero, dove oggi è diretto il 10% della produzione. L’arretramento in Russia, a causa principalmente della svalutazione del rublo, è stato compensato l’anno scorso dall’impennata in Italia, con un incremento del 10% delle vendite di spumanti, del 12% delle acque minerali. Il risultato è stato un fatturato di circa 50 milioni. «Adesso ci prepariamo a rafforzarci oltreconfine, per aumentare la nostra presenza non solo in aree che presidiamo da tempo – prosegue Togni – ma anche per entrare in nuovi mercati, per noi promettenti, come quelli africani». Al gruppo, oltre 110 addetti, fanno capo quattro stabilimenti. Oltre a quello di Serra San Quirico, le sedi sono a Frasassi, San Cassino di Fabriano, Serra de’ Conti: in quest’ultimo caso parliamo dell’azienda agricola, 60 ettari, che produce i vini di Casalfarneto. Sulla produzione di spumanti – che oggi raggiunge la quota di 13 milioni di bottiglie all’anno – saranno investiti tre milioni per il potenziamento degli impianti e la razionalizzazione della produzione, dalla fermentazione all’imbottigliamento. La tabella di marcia prevede il traguardo di 20 milioni di bottiglie entro cinque anni, con una nuova linea (Le Cuvèe) per il brand storico della casa, Rocca dei Forti. Ammontano a otto milioni invece gli investimenti destinati alle acque minerali. Cinque hanno già permesso quest’anno di varare un nuovo impianto con una capacità di 30mila bottiglie all’ora, a bassa grammatura per ridurre i consumi energetici e diminuire l’impatto ambientale della produzione. Altri tre milioni saranno destinati, sempre entro due anni, a razionalizzare e a potenziare il magazzino e le opere di captazione e ricerca delle acque. In questo settore, l’azienda ha chiuso il 2015 a quota 280 milioni di bottiglie. Ultima scommessa la produzione di birra italiana. Vino e birra pesano oggi sul fatturato rispettivamente per il 4% e l’1%.

© Riproduzione riservata