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Uteco finanzia Oltreoceano lo sviluppo

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Industria

Uteco finanzia Oltreoceano lo sviluppo

Primo mercato. Sviluppando quasi un quarto del fatturato complessivo aziendale, gli Stati Uniti per Uteco non rappresentano un’opzione, piuttosto l’architrave su cui poggia la strategia di sviluppo.

Il produttore veneto di macchinari per la stampa del packaging flessibile è da anni in crescita a doppia cifra soprattutto grazie all’impennata dei volumi sviluppati verso Washington, che ora affianca l’Italia come principale mercato di sbocco.

«Certo, il dollaro un poco aiuta - spiega Aldo Peretti, Ceo del gruppo Uteco e vicepresidente dell’associazione di categoria Acimga - anche se il confronto nel nostro settore avviene quasi sempre con i concorrenti europei, con cui in termini valutari giochiamo ad armi pari».

Una sfida che si basa soprattutto sulla tecnologia, con le multinazionali Usa del largo consumo a caccia di macchinari sempre più rapidi, efficienti e sofisticati.

«Fa piacere - spiega Peretti - che dopo un maxi-ordine da 40 milioni piazzato nel 2014, una multinazionale statunitense abbia deciso di commissionarci altri due macchinari, uno negli Stati Uniti, un altro per un impianto in Messico: è la conferma della bontà del nostro lavoro».

In pochi anni l’azienda, tre stabilimenti con 300 addetti in Italia e un impianto negli Usa, ha praticamente raddoppiato il fatturato, arrivando oltre i 110 milioni di euro, record storico, per l’80% realizzato attraverso commesse piazzate oltreconfine.

«Negli Stati Uniti - aggiunge Peretti - spediamo 20-25 macchine all’anno, con il sito Usa, principalmente utilizzato come show-room, centro di assistenza e di stoccaggio, che viene alimentato integralmente dalle produzioni made in Italy».

Impianti acquistati dai produttori di packaging, che vedono però come utente finale del prodotto stampato le grandi multinazionali del largo consumo, come Coca-Cola o PepsiCo, oppure Mars.

In pochi anni la crescita ha costretto l’azienda ad ampliare la capacità produttiva, aggiungendo in Italia altre due sedi produttive e incrementando il numero di addetti, 60 dei quali impegnati in attività di ricerca, progettazione ed engineering.

«Di recente abbiamo inserito numerosi ingegneri meccatronici - spiega Peretti - e utilizzando il Jobs Act è stato anche possibile stabilizzare decine di contratti temporanei: si tratta di strumenti normativi utili, li stiamo usando e funzionano».

I piani di crescita prevedono entro tre anni un target di ricavi di 150 milioni, con una tappa fondamentale in Germania a fine maggio, quando prenderà il via Drupa, la maggiore rassegna mondiale del settore.

In termini numerici i padroni di casa tedeschi sono leader per numero di espositori, in un settore in cui l’Italia è però nelle posizioni di leadership. «Qualche nuovo attore, come la Cina, si sta affacciando sul mercato - spiega Peretti - ma devo dire che le produzioni italiane, customizzate e tailor made, sono di livello decisamente superiore: nelle nicchie produttive siamo certamente leader».

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