Economia

Gela in piazza in difesa del polo industriale

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Lavoro

Gela in piazza in difesa del polo industriale

  • –Francesco Prisco

Gela chiama, Roma è chiamata a rispondere. Alcune migliaia di persone (20mila secondo gli organizzatori, non meno di 10mila per le forze dell’ordine) hanno sfilato ieri mattina nella cittadina in provincia di Caltanissetta per aderire allo sciopero proclamato dal Consiglio comunale (in seduta permanente da cinque giorni) contro la chiusura della raffineria dell’Eni e a difesa di «2.500 posti di lavoro» e dello «stesso futuro della città».

Dal piazzale dell’ospedale fino a piazza Municipio si sono mosse un po’ tutte le categorie sociali, compreso il mondo produttivo con Rosario Amarù e Carmelo Turco in rappresentanza di Confindustria Sicilia. «Eni ha ribadito la volontà di rimanere a Gela e di investire per uno sviluppo industriale eco-compatibile della città, attestando il pieno rispetto del cronoprogramma previsto dal protocollo del 2014», commentano i due imprenditori. Confindustria sta promuovendo «l’avviso che mira a far insediare nuove aziende nelle aree disponibili del sito industriale». Occorre adesso, secondo Confindustria, gestire questa fase di transizione «garantendo subito misure di sostegno economico ai lavoratori» rimasti senza tutele, ma «anche accelerare l’iter autorizzatorio». Molto sentita la mobilitazione: serrande abbassate per gli esercizi commerciali, poi operai in tuta blu, avvocati in toga, sacerdoti di tutte le parrocchie, studenti, pensionati, donne e bambini che seguivano sindaci e gonfaloni di una dozzina di comuni del comprensorio, a testimonianza di quanto lo stabilimento sia importante per il tessuto produttivo locale. Dita puntate contro i ritardi della politica e il mancato rilascio delle autorizzazioni ministeriali per la riconversione degli impianti che, abbandonato il petrolio per scelta strategica, dovrebbero portare alla produzione di bio-carburanti, grazie a un protocollo che prevede investimenti Eni in Sicilia, confermati dall’azienda, per 2,2 miliardi. Manca ancora la firma sull’accordo di programma e sul piano industriale per Gela. Quest’oggi a Roma a Roma, intanto, è previsto un incontro al ministero del Lavoro dove sono stati convocati il sindaco, Domenico Messinese, e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta (anche lui gelese), per definire misure straordinarie sull’uso degli ammortizzatori sociali. Sotto la lente anche il caso dei 70 operai che da sette mesi non hanno più né lavoro né indennità di sostegno. Sul versante sindacale, per Emilio Miceli di Filctem «governo ed Eni sono chiamati a dare risposte puntuali sul futuro di Gela». Per Mimmo Milazzo di Cisl Sicilia l'esecutivo deve garantire «l’attuazione a Gela dell'area di crisi complessa, prevista dal protocollo del novembre 2014».

.@MrPriscus

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