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La vertenza Eni di Gela fa un passo in avanti

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Lavoro

La vertenza Eni di Gela fa un passo in avanti

  • –Nino Amadore

Palermo

Cassa integrazione per tre mesi per circa 400 lavoratori dell’indotto e una conferenza di servizi fissata per il 18 febbraio per sbloccare gli iter autorizzativi sul fronte delle bonifiche e non solo. Ma soprattutto apertura dei cantieri entro aprile anche per la realizzazione della nuova green refinery dell’Eni. Sono questi, in sintesi, i risultati del vertice che si è tenuto ieri pomeriggio a Roma su quella che è stata battezzata la “vertenza Gela” cui hanno partecipato il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, il sindaco della cittadina nissena Domenico Messinese, e i rappresentanti del governo (ministeri del Lavoro, dello Sviluppo economico e dell’Ambiente). Fa più di un passo avanti, dunque, una “vertenza” fin qui caratterizzata da blocchi stradali e dalla grande manifestazione dell’altroieri e, ieri, da una riunione del consiglio comunale davanti agli uffici del Mise a Roma.

Il vertice di ieri è servito a definire un fitto cronoprogramma fatto di nuovi incontri ma soprattutto gli interventi per garantire un reddito ai lavoratori dell’indotto con ammortizzatori sociali sia da parte dello Stato che della regione: il governo nazionale si è infatti impegnato a concedere la Cassa integrazione in deroga per tre mesi a circa 300 lavoratori, mentre la Regione siciliana si è impegnata a coprire con risorse proprie gli ammortizzatori per i circa 78 lavoratori che non avevano più diritto ad alcun tipo di copertura avendo esaurito anche il periodo di mobilità. Per questi ultimi (che secondo alcuni sono 200) Crocetta si è impegnato a garantire lo stesso trattamento degli altri lavoratori fino ad aprile. La scelta della data è legata all’annunciato inizio dei lavori di costruzione della green refinery per la produzione di bio-carburanti che prenderà il posto dei vecchi impianti di raffinazione del petrolio, come stabilito col protocollo d'intesa del 6 novembre 2014, con investimenti Eni in Sicilia per 2,2 miliardi di euro. «Abbiamo recuperato il tempo perduto – dice il sindaco di Gela –. Sin dal mio insediamento ho avviato il confronto: è importante per esempio sbloccare le autorizzazioni, alcune delle quali bloccate dal 2005. Ieri abbiamo fatto un ragionamento sul breve periodo per quanto riguarda la Cassa integrazione, sul medio periodo cioè per la costruzione della nuova raffineria. Ora dobbiamo affrontare il tema del lungo periodo con una prospettiva industriale per quest’area». Il riferimento è all’Accordo di programma: se ne discuterà l’uno e il due febbraio, giorni in cui si incontreranno i rappresentanti di regione, Comune, Mise e Invitalia per cominciare a definire i contenuti dell’Accordo.

A Gela, comunque, la tensione resta alta e sul fronte sindacale i giudizi restano comunque negativi: «Era e sarà una vertenza lunga e complessa – scrive su Facebook il segretario della Camera del lavoro di Caltanissetta Ignazio Giudice –. Le notizie che arrivano da Roma dimostrano che lo Stato vuole uccidere la città di Gela e con essa la sua storia. La protesta continua, si intensifica, si rafforza e si articolerà con altre iniziative diverse che valuteremo».

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