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Dossier I tessili chiedono cento euro

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    Dossier | N. 14 articoliSmart Working

    I tessili chiedono cento euro

    Aumento salariale medio sui minimi tabellari di cento euro - con riferimento al terzo livello super - ed incremento dell’elemento di perequazione dagli attuali 200 euro a 300 euro, annui. Filctem, Femca e Uiltec hanno approvato ieri a Bologna la piattaforma per il rinnovo del contratto dei tessili. Adesso il documento verrà presentato alle assemblee e poi a Sistema moda Italia che rappresenta le imprese del settore. Il contratto, che scade il 31 marzo 2016, è il secondo dopo quella dei meccanici per numero di addetti: sono, ricordano i sindacati, 420mila i lavoratori interessati. Il 2016 è per il manifatturiero l’anno dei grandi contratti: è in fase di rinnovo quello dei meccanici, il maggiore, con un milione e mezzo di addetti interessati (si veda il pezzo a fianco), così come quello degli alimentaristi che sono 400mila. E adesso arrivano anche i tessili e le calzature (si veda il pezzo sotto).

    Nella loro piattaforma i sindacati dedicano un lungo capitolo al tema dell’informazione, delle relazioni industriali e della partecipazione. «L’evoluzione in corso nel settore, le produzioni sempre più orientate verso prodotti di qualità e con alto contenuto di moda, l’esigenza di rispondere alle imprevedibilità del mercato e di garantire livelli elevati di servizio impongono sempre di più il coinvolgimento dei lavoratori ai processi organizzativi e produttivi», si legge. La formazione sui temi del funzionamento e dell’organizzazione aziendale viene individuata come un elemento fondamentale anche per le Rsu, mentre la formazione a 360° viene considerata un fattore strategico per la tenuta e lo sviluppo del settore. I sindacati ritengono di implementare il ruolo di programmazione e di indirizzo dell’organismo bilaterale contrattuale nella definizione dei progetti di formazione continua, di calendarizzare incontri specifici tra le parti sui progetti formativi da attuare, di istituire la figura del delegato alla formazione a livello aziendale. Per facilitare la partecipazione dei lavoratori i sindacati chiedono di sperimentare modelli duali di governance all’interno delle aziende.

    Pur riconfermando la centralità del contratto collettivo nazionale i sindacati hanno tra i loro obiettivi quello di migliorare la contrattazione di secondo livello, estendendo al tessile quanto già previsto dalle calzature e cioè la contrattazione territoriale e di filiera, e arricchendo le materie da assegnare a questo livello. Tra queste rientrano le staffette generazionali, l’occupazione giovanile, il consolidamento a tempo indeterminato dei contratti atipici, la possibilità di attivare forme di smart working. Il capitolo del welfare sottolinea la necessità di rafforzare la previdenza e la sanità integrativa. Come? Incrementando il contributo aziendale per la previdenza complementare contrattuale e istituendo il fondo sanitario integrativo a favore dei lavoratori. Infine sugli inquadramenti i sindacati parlano di necessità di completare il percorso già avviato, ampliando i comportamenti organizzativi che danno diritto al riconoscimento professionale.

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