Economia

Nel 2015 torna il largo consumo

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Industria

Nel 2015 torna il largo consumo

  • –Emanuele Scarci

MILANO

Nel 2015 torna a riempirsi il carrello della spesa delle famiglie. La società specializzata Iri valuta che le vendite di prodotti di largo consumo confezionato (nei canali super+iper+ libero servizio+drugstore) hanno realizzato una crescita del 2,8% a valore e del 2,1% a volume. Nei due anni precedenti le vendite erano calate, a valore, dello 0,7% nel 2014 e dello 0,6% nel 2013.

«Le vendite - osserva Gianpaolo Costantino, consulente di Iri - hanno raggiunto i 55 miliardi (63 miliardi se si considerano i discount), 1,5 miliardi in più dell’anno precedente. Le famiglie hanno messo nel carrello prodotti più cari dell’anno primo». Costantino precisa che «non ha senso confrontare le vendite a parità di rete commerciale: l’anno scorso gli operatori hanno deciso di riqualificare ben 820mila mq di superficie, il 6,1% del totale. Le catene commerciali hanno fatto dell’ammodernamento del punto vendita uno dei punti di forza dell’offerta, insieme alla riduzione delle promozioni».

«L’estate calda ha spinto le vendite - commenta Maniele Tasca, dg di Selex (insegne Famila,A&O, C+C) - ma indubbiamente c’è un migliore clima di fiducia nelle famiglie, che sui ceti medi ha lavorato bene. Ciò detto non parlerei di svolta dei consumi, ma semplicemente di segnali positivi in attesa di conferme». E a gennaio 2016? «È andata molto bene - risponde Tasca - A parità di rete, le vendite sono aumentate del 5%, interessando tutti i format commerciali».

Nel 2015 Selex, con 2.470 negozi, ha fatturato 9,85 miliardi (+2% a parità di rete) e quest’anno le imprese associate a Selex inaugureranno 69 nuovi punti vendita e ne ristruttureranno 55, con investimenti per 152 milioni. Ieri è partito un piano di comunicazione che vede protagonista il marchio Selex e le sue linee specialistiche.

Tornando ai dati di Iri, Costantino segnala la “crisi” dei discount per i quali Istat segnala una crescita del 3,5% nei primi 11 mesi del 2015 : «I discount crescono grazie all’espansione della rete commerciale. Di fatto l’anno scorso il loro potenziale di crescita si è ridotto di 110 milioni, a favore della grande distribuzione».

I dati generali di Iri indicano che l’anno scorso la pressione promozionale (a valore) è calata al 27,9% dal 28,5 (ma con uno strano rimbalzo a dicembre) mentre l’inflazione nel carrello si è fermato allo 0,6%, dallo zero dell’anno prima.

I settori trainanti del largo consumo sono risultati alimentari e bevande; i prodotti per la cura della persona chiudono l’anno in positivo mentre sono ancora in flessione i ricavi dei prodotti per la cura della casa, con prezzi medi ancora in calo ma volumi in risalita da sei mesi. In questi ultimi casi la grande distribuzione paga il prezzo della specializzazione: si sono infatti consolidate diverse catene (come Acqua & sapone) focalizzate su prodotti per la cura della persona e della casa (con gamme ampie e prezzi competitivi) che inevitabilmente sottraggono vendite a iper e super, a loro volta sempre più concentrati su alimentari, bevande e freschi.

Un discorso a parte merito il confronto competitivo tra prodotti di marca e private label. Anche nel 2015 il marchio del distributore ha perso terreno: la quota di mercato è scesa al 17,5% dal 17,8% del 2014 e al 18,1% dell’anno prima (il picco). Pesa anche la controffensiva delle marche industriali che per tutti e 12 mesi hanno mantenuto tassi di crescita apprezzabili.

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