
Partirà a metà marzo la prima missione delle due missioni su Marte dell’Agenzia spaziale europea. Una prima tappa in vista del 2018, anno chiave per ExoMars, il programma di esplorazione destinato a studiare il sottosuolo marziano a caccia di segni di vita. E sarà la Altec di Torino uno dei centri di controllo del lancio della sonda che sarà inviata sul pianeta per la raccolta di campioni e per testare i sistemi di atterraggio.
Tra due anni, infatti, l’obiettivo della missione a guida italiana, con il contributo dell’Agenzia Spaziale e il ruolo di capofila di Thales Alenia Space Italia, sarà portare sul Pianeta Rosso un “rover” capace di muoversi e dotato di strumenti per penetrarne ed analizzarne il suolo il cui centro di controllo (ROCC) sarà progettato e gestito da Altec e localizzato direttamente nella sede di Torino.
La società, partecipata da Thales Alenia Space Italia al 63,75% e all’Agenzia Spaziale Italiana al 36,25% , ha avviato un processo di trasformazione che, grazie anche al piano strategico che sarà definito entro fine mese, porterà Altec da centro specializzato nel supporto ingegneristico e logistico spaziale a diventare una aerospace company. Che possa misurarsi, questa l’ambizione, con il mercato e le logiche commerciali dei “viaggi nello spazio” del futuro, in quella che oggi si definisce Space economy.
«Abbiamo un paese che crede nello spazio – spiega Vincenzo Giorgio, ad di Altec – l’Italia è il terzo paese contributore in Europa e ha un tessuto industriale e di specializzazione assai variegato, che va dalla ricerca scientifica al comparto esplorazioni fino alle tecnologie per l’osservazione e i lanciatori. Altec opera come realtà di controllo gestione ed elaborazione dei dati grezzi che arrivano dallo spazio». Tutti i dati raccolti dal satellite europeo Gaia, ad esempio, impegnato nella esplorazione dell’Universo, vengono raccolti ed elaborati da Altec e poi resi disponibili per le comunità scientifiche.
A partire dal 2018, dunque, anche l’Europa avrà il suo “rover” su Marte. «Alla Altec di Torino – spiega Giorgio – gestiremo e programmeremo l’attività del rover, dalla raccolta dei campioni alla gestione dei movimenti e delle azioni, soprattutto in caso di difficoltà. Presumiamo che per i primi sei mesi il rover sarà in missione poi lo iberneremo per evitare problemi e danni durante il periodo di tempeste di sabbia e sempre da Torino gestiremo la riattivazione».
In quindici anni la società torinese – una ottantina di addetti tra ingegneri e amministrativi – si è guadagnata uno spazio, a livello internazionale, come eccellenza italiana per la fornitura di servizi ingegneristici e logistici per l’utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale e per il supporto alle missioni di esplorazione planetaria. Ora è tempo di fare il salto e muovere come soggetto industriale vero e proprio. «Le competenze acquisite e i successi realizzati – ha sottolineato il presidente Fabio Massimo Grimaldi – sono la nostra carta d’identità dalla quale svilupperemo il nuovo percorso».
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