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Industria italiana autobus: altro flop

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Industria italiana autobus: altro flop

  • –Natascia Ronchetti

bologna

Molte promesse e altrettante incognite, per ora, sul destino di Industria italiana autobus (Iia), che ha inglobato il 1° gennaio 2015 ex Bredamenarini di Finmeccanica (a Bologna) ed ex Irisbus di Fiat (a Flumeri, Avellino). L’incontro al Mise di ieri si è chiuso con un nulla di fatto. Da un lato sindacati e istituzioni chiedono certezze sulla sorte dei 496 dipendenti e su un piano industriale di rilancio, la cui presentazione è stata rimandata per l’ennesima volta.

Dall’altro Stefano Del Rosso che guida King Long Italia, piccola Spa romana che controlla l’80% di Iia (Finmeccanica ha mantenuto un 20%) non ha fornito alcuna garanzia e ha manifestato l’intenzione di non sedersi più al tavolo ministeriale. «Un pessimo segnale», commentano i sindacati. Anche se l’azienda cerca di ricomporre. «Il cda di Iia ha appena deliberato – dice Paolo Stern, consulente per le relazioni industriali di King Long Italia – un aumento di capitale di 6,5 milioni. E Invitalia aspetta solo la formalizzazione della ricapitalizzazione per procedere con l’erogazione di un finanziamento di 25 milioni. Quanto al piano industriale lo presenteremo entro marzo».

Sui numeri di bilancio di Iia rimane il silenzio anche se i vertici assicurano che i ricavi 2015 saranno resi noti a breve. Ma anche i numeri di King Long Italia non rassicurano: è un importatore dei bus cinesi della Xiamen King Long ad alto rischio e bassa redditività, stando al bilancio 2014: 17 dipendenti, 10 milioni di ricavi, 1,9 milioni di perdite e un debt/equity di 8,4. «Dopo tre rinvii – dice il segretario della Fiom dell’Emilia Romagna Bruno Papignani – ora è chiaro che non ci sono prospettive». Delusione anche da parte del Comune di Bologna. «Abbiamo sentito solo tante chiacchiere – dice Matteo Lepore, assessore all’Economia – e visto pochi numeri. L’unica buona notizia è l’ok di Invitalia a finanziare il piano». Sui conti della newco pesano i 17 milioni di crediti accumulati nei confronti della pubblica amministrazione. E il pareggio di bilancio appare ancora molto lontano. Dei quasi 500 dipendenti, 189 sono impiegati nello stabilimento bolognese: tutti in piena attività – sostiene Iia – anche se Stern non nasconde «problemi relativi ai costi di produzione troppo alti e agli effetti della riorganizzazione produttiva».

Nella fabbrica campana invece prosegue la Cig per i quasi 300 lavoratori, anche se una cinquantina sono stati riassorbiti nel 2015. Finmeccanica non sembra disposta a tornare sui propri passi per riassumere il controllo. E la Xiamen King Long, big cinese tra i maggiori produttori mondiali di autobus, ha fatto sapere da tempo di essere estraneo all’operazione.

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