Economia

Le Marche puntano su Minsk per riaprire il mercato russo

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Le Marche puntano su Minsk per riaprire il mercato russo

Il sistema manifatturiero marchigiano tende la mano alla Bielorussia per ridare fiato alle imprese distrettuali fortemente penalizzate da crisi ed embargo in Russia. Sfruttando il canale dell’accordo eurasiatico per arrivare ai mercati russo e kazako attraverso la “Russia bianca” raggiungendo così un potenziale bacino di circa 180 milioni di consumatori con un Pil di 4.500 miliardi di dollari.

L’incontro di ieri a Pesaro con una delegazione istituzionale proveniente da Minsk, che ha incontrato una quarantina di imprenditori della regione, mira infatti a creare un canale privilegiato per i produttori del made in Marche (mobili, fashion, food ma anche pharma) molto amati dai consumatori dell’Est. «Vogliamo spianare la strada alle nostre imprese per attività di business, non solo commerciali ma anche industriali, che dalla Bielorussia possono ambire a raggiungere tutto il mercato russo, grazie all’Unione economica eurasiatica», spiega Alberto Drudi, presidente della Camera di commercio di Pesaro e Urbino promotore dell’evento con l’ambasciatore italiano a Minsk, Stefano Bianchi, e delegati delle associazioni imprenditoriali bielorusse.
Lo scambio commerciale Marche-Bielorussia è ancora debole e si è impoverito nell’ultimo anno (l’export è stato di 14,1 milioni nel 2104 e di 5,6 nei primi nove mesi del 2015), ma l’Italia è pur sempre l’ottavo partner commerciale di Minsk, il cui Pil è previsto in forte crescita nei prossimi anni.
«Negli ultimi anni il nostro Paese sta compiendo un’ampia opera di modernizzazione dell’industria, del tessile e del mobile innanzitutto, e siamo perciò molto interessati a partnership con imprese italiane», sottolinea il viceministro bielorusso del Commercio, Viacheslav Dragun.
La Bielorussia ha recentemente approvato una legge sulla partnership pubblico-privato, che punta ad attrarre investimenti esteri anche nel ramo costruzioni, per progetti di modernizzazione infrastrutturale. «Dal punto di vista della cooperazione industriale le chance più immediate sono nell’alimentare, nel mobile, nella meccanica leggera e nella farmaceutica», dà le priorità il vicepresidente della Camera di commercio bielorussa, Vladimir Ulakhovich.
Una boccata di ossigeno di fronte ai dati appena presentati ad Ancona da Sistema Moda Italia-Intesa Sanpaolo, sul crollo delle vendite in Russia per la filiera pelle. Filiera in cui le Marche eccellono, tra il distretto pellettieri di Tolentino e quello calzaturiero fermano-maceratese. L’export in Russia si è quasi dimezzato in due anni, passando dagli 811 milioni del 2013 ai 428 del 2015. Import e consumi russi risultano ancora deboli in queste prime settimane del 2016 e si prevedono solo in lieve recupero nel 2017. Il varco che Minsk può aprire è di vitale importanza.

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