Con l’accordo firmato questa mattina con i sindacati (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl credito, Uilca e Unisin) il gruppo Unicredit procede non solo con il taglio del costo del lavoro, secondo quanto previsto dal piano strategico 2018 , ma dando ancora più concretezza alla banca digitale. Non è un caso che proprio nell’accordo sulle ricadute della seconda fase del piano strategico 2018 del gruppo si parli di uscite, di ingressi di giovani, ma anche di formazione e di dotazione tecnologica che la supporti. «Le parti confermano la sempre maggiore centralità della formazione in qualunque forma venga erogata sia per l’assolvimento degli obblighi imposti dai diversi regolatori, sia in relazione agli obiettivi previsti dal piano strategico 2018». In questo percorso le parti hanno ribadito «la necessità di supportare la formazione e l’apprendimento dei dipendenti nell’utilizzo delle nuove tecnologie e diffondere la cultura digitale all’interno del gruppo oltre che per favorire forme sempre più avanzate di apprendimento». Di qui la condivisione da parte del sindacato della scelta della banca di dotare tutti di un tablet in comodato di uso gratuito che servirà per supportare con ancora più forza la cultura digitale nel gruppo. In aggiunta a un premio con le stesse modalità dello scorso anno strutturato con l’opzione cash (e in questo caso l’ammontare è di 650 euro) e welfare ( e in questo caso l’ammontare è 1.000 euro).
L’intesa con i sindacati consente di completare la maxi-staffetta generazionale iniziata nel 2014, con l’accordo del 29 giugno quando erano state decise 2.400 uscite, tramite pensionamento, ma anche 800 nuove assunzioni e 670 stabilizzazioni di apprendisti. Con l’accordo sulla fase due del piano le uscite sono 2.700 e sono prepensionamenti attraverso il fondo di solidarietà, mentre le nuove assunzioni sono 700. Per i prepensionamenti l’accordo prevede la facoltà di adesione, assolutamente volontaria, a coloro che maturano la decorrenza del trattamento di pensione, in base alle attuali previsioni di legge, entro il 31 dicembre 2021, mediante l’accesso alla parte straordinaria del Fondo per la durata di 36 mesi. A chi uscirà verrà riconosciuto un incentivo di 3,5 mensilità (1 mensilità = 1/13 della RAL), l’iscrizione all’assistenza sanitaria UNICA come previsto al personale in servizio fino al pensionamento, condizioni finanziarie/creditizie come previsto al personale in servizio fino al pensionamento, il mantenimento dell’iscrizione alla Previdenza Complementare e per le sole forme di previdenza complementare a contribuzione definita verrà mantenuta la contribuzione in parola fino alla data di pensione, la copertura premorienza, tempo per tempo prevista per il personale in servizio, fino al
pensionamento. Infine per le 540 riduzioni che riguardano la popolazione manageriale, la trattativa corre su un tavolo parallelo e sindacati e azienda «proseguiranno gli approfondimenti, anche in ragione della qualità e quantità delle risorse coinvolte, volti ad individuare forme specifiche di intervento».
Soddisfatti i sindacati. «Grazie all'unità e determinazione del tavolo sindacale, siamo riusciti a garantire tutte uscite volontarie e ad assicurare nuova occupazione giovanile, pur in un difficile contesto di mercato. Questo accordo guarda al futuro e alla solidarietà generazionale», dice Mauro Morelli, segretario nazionale della Fabi. «Tenuto conto delle attuali difficoltà del settore, l'intesa – aggiunge Pierluigi Ledda, segretario nazionale First Cisl – è assolutamente positiva, sia per quanto riguarda le condizioni di accesso all'esodo volontario del personale, sia sul versante della definizione del premio aziendale che globalmente è superiore allo scorso anno». Elena Aiazzi, segretario nazionale della Fisac Cgil, sottolinea che «è stata perseguita fino all’ultimo una logica negoziale che ha avuto al centro il tema occupazionale e i principi di equità, trasparenza ed equilibrio in coerenza con gli accordi precedenti alla ricerca costante dell’equilibrio tra gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici: tra coloro che usciranno, coloro che entreranno e coloro che rimangono». L’intesa sulla seconda fase del piano industriale 2014-18 «raggiunge un buon equilibrio tra le esigenze dell'Azienda di riduzione del costo del lavoro e l'obiettivo del Sindacato di garantire un'uscita senza traumi ai lavoratori/lavoratrici coinvolti», sottolinea in una nota Mariangela Verga, segretaria nazionale della Uilca.
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