taranto
Il processo «Ambiente Svenduto», relativo all'accusa di disastro ambientale dell'Ilva, riparte dalla richiesta della Procura (confermata) di rinvio a giudizio per tutti i 47 imputati: 44 persone fisiche e 3 società, Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici.
Ieri si è tornati all'udienza preliminare davanti al gup Anna De Simone in quanto il precedente processo avviato in Corte d'Assise a dicembre ha subito uno stop che ne ha determinato un parziale azzeramento. La Procura ha infatti notato che nel verbale dell'ultima udienza preliminare svoltasi a luglio, mancava, accanto ai nomi di una serie di imputati, il nome del difensore d'ufficio essendo temporaneamente assente quello di fiducia. Nome invece presente nel provvedimento di rinvio a giudizio. Un'anomalia che avrebbe potuto inficiare in qualunque momento la continuazione del processo. Di qui lo stop e il ritorno all'udienza preliminare.
Ieri la difesa ha chiesto di rifare tutto daccapo. Il gup De Simone (un nuovo magistrato in quanto il precedente gup Wilma Gilli si era già espresso) ha invece respinto la richiesta giudicando inammissibili le questioni sollevate. Ha quindi confermato la costituzione delle parti civili (un migliaio circa tra pubbliche e private) e deciso la ripartenza del processo dalla requisitoria dei pm, i quali hanno ribadito le richieste avanzate nei mesi scorsi. La conferma dei rinvii a giudizio è stata chiesta anche da uno del legali di parte civile.
Per cercare di recuperare i tempi, il processo adesso si riavvia con un calendario di udienze molto serrato. Sono state infatti fissate per il 10, 12, 15, 16, 17, 23, 25 febbraio ed eventualmente anche 26 e 29. Nel processo precedente furono rinviati a giudizio tra gli altri Nicola e Fabio Riva, per la proprietà Ilva, l'ex presidente della società, Bruno Ferrante, gli ex direttori dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo, l'ex governatore di Puglia, Nichi Vendola, e il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno.
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