Economia

In India risorse e semplificazioni per le start-up

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Industria

In India risorse e semplificazioni per le start-up

  • –Gianluca Di Donfrancesco

Dopo il «Make in India» per rilanciare l’industria e il «Digital India», per diffondere l’utilizzo delle nuove tecnologie, il premier Narendra Modi lancia un nuovo programma-slogan: «Start-up India», spalleggiato dalla Banca centrale (Rbi), che ha semplificato le regole per gli investitori esteri.

A gennaio, il Governo di New Delhi, che fa ancora fatica a mantenere le promesse di modernizzazione, ha annunciato un programma di sostegno per il già vivace mercato delle start-up, mettendo in campo una serie di incentivi fiscali e un fondo d’investimento da 1,5 miliardi di dollari. Nemmeno un mese dopo, la Rbi ha modificato la disciplina sugli investimenti esteri nelle nuove imprese, rendendo più semplice la raccolta di capitale e la vendita delle quote acquisite. La misura dovrebbe rendere più appetibile il mercato ai fondi di venture capital, che l’anno scorso hanno puntato 5 miliardi di dollari sull’intraprendenza e l’imprenditorialità degli indiani, soprattutto nell’e-commerce. Una somma più che doppia rispetto all’anno precedente, secondo VccEdge.

Almeno sette delle start-up di recente nate in India valgono più di un miliardo di dollari, secondo Cb Insights. La piattaforma e-commerce Flipkart vale da sola circa 15 miliardi. Big mondiali delle nuove tecnologie, come Google, Facebook, Amazon e Netflix, stanno potenziando la propria presenza in un Paese dalle potenzialità enormi: secondo Morgan Stanley, il valore del mercato online indiano passerà dagli 11 miliardi del 2013 ai 137 previsti per il 2020.

In gran parte del Paese, la connessione a Internet non c'è oppure è lenta e poco affidabile, come nella stessa Bangalore, la capitale high tech del Subcontinente. Di qui il programma Digital India, lanciato nel 2015 per costruire una rete nazionale per la banda larga. Le risorse stanziate ammontano a 9 miliardi di dollari. L’anno scorso, l’India ha posato appena solo 15mila chilometri di fibra, un decimo di quanto fatto in Cina.

La rapida crescita delle start-up suscita però qualche timore sulla possibilità che si possa formare una bolla e alla fine del 2015 gli investimenti nelle start-up hanno subito una frenata: nell’ultimo trimestre dell’anno si sono fermati a meno di un miliardo di dollari, contro i 3,2 dei tre mesi precedenti.

In base alla normativa vigente, le quote detenute dagli investitori stranieri sottostanno a regole più restrittive, che saranno superate dalle disposizioni dettate dalla Rbi. Il Governo, da parte sua, oltre alle risorse finanziarie giocherà la carta degli sgravi fiscali e delle semplificazioni, abbassando le tasse sui brevetti, ampliando le esenzioni sui redditi da capitale, riducendo i controlli e introducendo la detassazione per tre anni dei profitti delle nuove start-up.

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