Economia

BolognaFiere, non si ricuce lo strappo con i soci privati che vorrebbero…

  • Abbonati
  • Accedi
servizi

BolognaFiere, non si ricuce lo strappo con i soci privati che vorrebbero anche una nuova gestione

Lo scontro sul futuro di BolognaFiere, secondo gruppo italiano del settore, sembra essere solo all’inizio. Dopo lo strappo dei soci privati, da Unindustria a Legacoop, pesano non solo la revoca della commissione Attività produttive del Comune, che avrebbe dovuto oggi esaminare piano industriale e valorizzazione del quartiere fieristico emiliano, ma anche le parole di soci privati come Unindustria Bologna sulla disponibilità di questi ultimi alla ricapitalizzazione per sostenere lo sviluppo della Fiera.

«Prima servono le idee, i soldi da soli non bastano», dice la vice presidente dell’associazione degli industriali bolognesi Sonia Bonfiglioli, per la quale «è sempre l’uomo che fa la differenza». Il gruppo, guidato da Duccio Campagnoli, ha chiuso la semestrale 2015 con quasi 64 milioni di ricavi, la capogruppo BolognaFiere ha raggiunto i 41,7 milioni, con un utile lordo di 2,8. Ma in ballo c’è anche la governance. E insieme a quest’ultima una slabbratura anche nei rapporti tra la presidenza del gruppo e lo stesso Comune di Bologna, tra i principali azionisti istituzionali, dopo la Camera di commercio, insieme alla Regione Emilia Romagna. Campagnoli rilancia con i numeri: la società, dal 2011 al 2014, ha portato il fatturato da poco più di 101 a oltre 119 e ha ripianato le perdite di esercizio. «Il Cda ha all’esame il nuovo piano industriale – prosegue Campagnoli – e francamente nessuno dei consiglieri ha mai messo in discussione, sin qui, il progetto di innovazione del quartiere fieristico».
Tutto partito dal no della Fondazione Carisbo alla ricapitalizzazione. Dopo, un crescendo. «La soluzione andrà trovata nelle sedi opportune», dice adesso Bonfiglioli. Sedi che a questo punto altro non sono che la stessa assemblea dei soci del gruppo fieristico, un big che promuove e organizza manifestazioni internazionali come Cersaie (industria ceramica), Eima (macchine agricole), Cosmoprof (bellezza professionale).
Campagnoli ha chiesto al Comune di riconvocare prima possibile una nuova udienza della commissione Attività produttive del Comune per illustrare piano industriale, bilanci, progetto di espansione. Il piano industriale, infatti, sarebbe già pronto per essere esaminato nelle sedi istituzionali. La presidente della commissione Rossella Lama ha spiegato che «serve tempo per ridefinire l’agenda», anche se «la disponibilità del presidente Campagnoli, la volontà degli assessori Silvia Giannini e Matteo Lepore, la decisione di sindaco e presidente della Regione di investire su BolognaFiere hanno ridefinito positivamente le prospettive».
La Regione ha annunciato una ricapitalizzazione di 5 milioni di euro. Il primo cittadino Virginio Merola ha promesso lo stesso importo. Ma una ricapitalizzazione, per l'azionariato privato, passerebbe anche attraverso la definizione di un nuovo assetto. E la compagine pubblica costituita da Comune e Regione potrebbe aver allargato le maglie. Per il presidente Campagnoli si è aperto anche un altro versante. All'esame della Corte dei Conti e dell'Autorita' nazionale anticorruzione c'è il vitalizio che gli è stato riconosciuto dalla Regione (l'attuale presidente di BolognaFiere per 15 anni e' stato assessore regionale alle Attività Produttive).

© Riproduzione riservata