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Dossier Dalla dote scuola ai voucher, le Regioni in campo

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    Dossier | N. 34 articoli I nuovi lavori

    Dalla dote scuola ai voucher, le Regioni in campo

    Dalle varie declinazioni di Garanzia Giovani al contratto di ricollocazione, dalla “dote” ai voucher per gli impieghi occasionali, fino ai “buoni servizio”: regione che vai, politiche attive del lavoro che trovi. Il tema è finito al centro dell’agenda politica per la prima volta negli anni del federalismo spinto e, proprio per questo, i “governi” regionali lo hanno declinato con grande autonomia. Ed esiti molto diversi a seconda dei casi.
    Partiamo dal Lazio, dove si è investito sulla misura del contratto di ricollocazione che prevede un servizio di assistenza intensiva, nella ricerca di un nuovo lavoro, a due bacini diversificati: i circa 1.200 lavoratori Alitalia in mobilità dal 2014 (finanziamento da 8 milioni) e i disoccupati over 30 di lunga durata (finanziamento da 10 milioni). Nei prossimi mesi saranno pubblicati nuovi bandi per un totale di oltre 30 milioni sul solo 2016. Inoltre, alle persone in condizione di maggiore svantaggio economico e familiare che aderiscono al contratto di ricollocazione, la regione riconosce una indennità di partecipazione affinché possano dedicarsi completamente alla ricerca di un nuovo impiego. «Il nostro obiettivo – spiega l’assessore al Lavoro Lucia Valente - è sostenere le persone prive di occupazione, accompagnandole nella ricerca. A supportarli un nuovo sistema di servizi incentrato sulla cooperazione tra centri per l’impiego e soggetti privati accreditati».

    Poi c’è la Lombardia, dove le politiche attive sono passate attraverso il modello “Dote” che, con la Lr. 30/2015, ha concentrato 51 milioni sulla cosiddetta “Dote scuola” a vantaggio di oltre 116mila studenti, un milione sulla “Dote merito” servita ad attivare 1.125 voucher e 42,2 milioni sul progetto “Generazione Web Lombardia” per qualcosa come 107mila studenti. Si è agito per il superamento della concezione lineare tra istruzione, formazione e lavoro, su un'offerta formativa collegata alla domanda delle imprese e per una reale integrazione tra scuola e lavoro. Gli avviamenti al lavoro nel periodo gennaio-ottobre 2015, sono stati circa 1,7 milioni, in crescita del 9,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
    La regione Campania ha messo sul piatto 10 milioni per il lavoro occasionale accessorio, cioè voucher individuali fino a 7mila euro per servizi di pubblica utilità realizzati presso la pubblica amministrazione (2mila le persone che ne stanno beneficiando), 20 milioni per il “Programma Ricollocami” rivolto a quanti hanno perso il lavoro e sono percettori di ammortizzatori sociali e 10,4 milioni su Garanzia Giovani. Inoltre ha rafforzato la misura dei tirocini curriculari aggiungendo altri 10,4 milioni per consentire l'avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro pubblico e privato, costruendo e consolidando esperienze e attitudini. «La nostra regione – spiega l’assessore al Lavoro Sonia Palmeri - sta riprogettando il proprio mercato del lavoro attraverso una nuova gestione dell’attività dei centri per l’impiego, passati sotto il coordinamento dell’assessorato al Lavoro in attesa del transito presso l’Anpal».

    In Piemonte il progetto Garanzia Giovani, avviato nel 2014, ha visto quasi 63mila ragazzi iscriversi al portale regionale. Adesso si lavora a una nuova strategia per l’occupazione che passa attraverso il cosiddetto “buono servizio lavoro”: una modalità di accesso unitaria a percorsi e progetti di politiche attive rivolta a lavoratori disoccupati (anche di lunga durata), persone fuoriuscite dal mercato del lavoro e soggetti svantaggiati. Con questa misura, finanziata con risorse provenienti dalla programmazione europea Por Fse 2014-2020 per 67,5 milioni, la regione stima di poter raggiungere circa 50mila persone in tre anni. Ci si affiderà alla rete dei servizi per il lavoro, integrando i centri per l'impiego pubblici con gli operatori privati accreditati. «La nostra strategia – commenta l'assessore al Lavoro Gianna Pentenero - si propone di stimolare la domanda grazie a un programmazione pluriennale capace di assicurare continuità e stabilità agli interventi di politica attiva».

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