Economia

Il depuratore inquina e in Puglia scatta anche il sequestro della strada

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Il depuratore inquina e in Puglia scatta anche il sequestro della strada

Dopo il sequestro del depuratore di Martina Franca (Taranto) per inquinamento, è scattato oggi anche il sequestro della statale 172 tra il Comune di Martina Franca e quello di Locorotondo (Bari). La situazione del depuratore, infatti, impatta anche sulla strada: il provvedimento è stato disposto dal sostituto procuratore di Taranto, Lanfranco Marazia, ed eseguito dai Carabinieri del Nucleo ecologico di Lecce. Il transito è interrotto per un tratto di 300 metri della statale – che nel suo percorso da Taranto arriva sino alla provincia di Bari – ma le ripercussioni, sul piano dei servizi e dei collegamenti, sono più ampie e interessano l’asse Jonio-Adriatico della Puglia. Disagi vengono segnalati anche dalle imprese dell’area.
«Il traffico è stato interdetto in un tratto centrale della statale, costringendo tutti i mezzi, tra cui anche quelli pesanti, a transitare lungo vie alternative, per la maggior parte strette e tortuose» annuncia il sindaco di Locorotondo, Scatigna. E il sindaco di Martina Franca, Ancona, aggiunge: «Il Comune ha convocato i dirigenti dell’Anas al fine di valutare le più opportune soluzioni di viabilità alternative per limitare i disagi, chiedendo anche la collaborazione delle forze dell’ordine. Stiamo contattando il pubblico ministero, Marazia, che ha adottato il provvedimento di sequestro senza facoltà d’uso, per rappresentare la gravissime ripercussioni sui collegamenti regionali della città».
Secondo l’indagine della Procura, le acque che dal depuratore di Martina arrivavano sino ai pozzi di parte della Valle d’Itria, contenevano ferro, zinco, piombo, rifiuti organici e altre sostanze nocive. Il sistema depurativo, è stato accertato, era di fatto inesistente e questo è dovuto «in via esclusiva» a «condotte di totale inadempienza imputabili al gestore Acquedotto pugliese in aperta violazione degli obblighi derivanti dalla normativa di settore».
Cinque sono gli indagati dalla Procura di Taranto per la vicenda e il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato nominato custode giudiziario del depuratore sequestrato col compito di trovare «una soluzione tecnica alternativa all’attuale scarico» entro 60 giorni.

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