Economia

Spot avanti piano, ma il web corre

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Spot avanti piano, ma il web corre

  • –Andrea Biondi

milano

Expo ha fatto sentire il suo impatto positivo, in particolare sulla cartellonistica; la tv chiude bene (+0,7% nel 2015 con un +5,3% nel solo secondo semestre); la radio ha messo a segno un sensibile +8,8 per cento.

Certo è che se non ci fossero i giganti del web, quelli indicati alle voci “search” e “social” (Google, Facebook, Twitter ecc), che i dati non li rendono noti e che per questo Nielsen può solo stimare, il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia nel 2015 si sarebbe chiuso poco sotto quota zero: -0,5% (anche se +4,5% nel solo dicembre). Invece il risultato finale, con tutti gli attori schierati, segna una crescita dell’1,7%, riportando il mercato dell’advertising in positivo. E se il mercato senza search e social è stato quantificato 6,27 miliardi contro 7,9 miliardi di raccolta stimata anche con Google e Facebook, ciò vuol dire che i colossi di Internet in Italia valgono complessivamente 1,7 miliardi di euro. Alla fine la quota della tv è così scesa al 46,1% (dal 47% del 2014) sul totale, contro il 26,6% di Internet (24% l’anno precedente), il 15,6% della stampa (17% nel 2014) e il 4,7% della radio (4% l’anno prima).

«Dopo un inizio faticoso – spiega Alberto Dal Sasso, di Nielsen – il 2015 si è chiuso positivamente, grazie al traino di un buon secondo semestre che ci rende ottimisti anche per il probabile consolidamento in positivo che prevediamo per il 2016».

Per quanto riguarda i settori merceologici, alla crescita di alimentari (+6,5%) e farmaceutici (+8,6%) si contrappone il calo di finanza-assicurazioni (-8,7%) e di tlc (-7,7%) in particolar modo, con una stabilità per la raccolta nell’automotive. Relativamente ai singoli mezzi, se la radio si è distinta con un +8,8% (+5,1% a dicembre), confermano il segno negativo i quotidiani e i periodici che chiudono rispettivamente a -6,6% e – 4,1% l’intero anno.

La tv ha chiuso il 2015 con una crescita dello 0,7% (+7,3% a dicembre). Nel dettaglio, stando alle elaborazioni del Sole 24 Ore su dati Nielsen, nel solo mese di dicembre tutti i broadcaster hanno girato in positivo: +4,5% per Mediaset; +9,2% per Rai; +4,5% per Sky; +12,6%, invertendo la spirale negativa, per La7 e +30,7% per Discovery. Guardando all’intero anno, è stata forte la crescita di Discovery (+21,7% a 225,4 milioni), mentre risultano in calo La7 (-7,7% a 142,8 milioni), Rai (-2,3% a 751,2 milioni) e Sky (-1,4% a 426,9 milioni). Sul risultato di Rai e Sky certamente ha pesato l’assenza, nel 2015, dei Mondiali di calcio.

Anno positivo invece per Mediaset. Nel 2015 la raccolta del gruppo di Cologno è cresciuta dell’1% (meglio quindi del +0,7% dell’interno mercato tv) chiudendo a quota 2,1 miliardi di euro (57,6% del totale mercato tv). «I risultati 2015 – commentano da Mediaset – indicano che i positivi ascolti televisivi, associati a una politica commerciale orientata alla difesa dei prezzi, hanno determinato il miglior risultato possibile nella realtà ancora faticosa del mercato media italiano». Mediaset conferma dunque la leadership di mercato, stabile rispetto al 2014. La Rai è invece scesa da 21,2% a 20,6% con Sky stabile (11,7% da 11,9%). E Discovery ne ha approfittato (da 5,1% a 6,2%).

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