Economia

Le «quote rosa» in arrivo anche nei consorzi vini

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ALIMENTARE

Le «quote rosa» in arrivo anche nei consorzi vini

È bagarre nel settore agricolo per le “quote rosa” nei consorzi Dop e Igp . La proposta è contenuta in un emendamento al collegato agricolo della Legge di Stabilità, approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Agricoltura della Camera, e che mira a garantire la parità tra i sessi nei consigli di amministrazione dei consorzi dei vini Doc come dei prodotti alimentari Dop e Igp.
«Più donne nei Cda – ha spiegato la firmataria dell’emendamento, Colomba Mongiello (Pd) – per rappresentare al meglio il crescente interesse delle donne verso l’imprenditoria agricola. Con questo emendamento la qualità produttiva dei consorzi Dop e Igp diventa anche qualità di governance».

Il testo dell’emendamento nei giorni scorsi era stato anche riformulato per dare 6 mesi di tempo ai Consorzi per modificare i propri statuti in modo da riservare una percentuale “rosa” all’interno dei propri Cda del 20% nell’ambito dell’attuale mandato che salirà al 30% a regime.
Contro l’emendamento sono insorte Aicig e Federdoc che sono rispettivamente le associazioni dei consorzi dei prodotti alimentari Dop e Igp e dei vini Doc, Docg, Igt. «Siamo rimasti sbalorditi – hanno detto all’Aicig – per l’approvazione di un emendamento dal quale traspare una distanza circa i temi della struttura, del ruolo e della rappresentatività dei consorzi di tutela». «Si tratta di un provvedimento astruso e incomprensibile – ha detto il presidente di Aicig, Giuseppe Liberatore – per giunta inapplicabile perché mancano le persone che rappresentano in modo paritario i due generi».

I consigli di amministrazione dei consorzi infatti rappresentano secondo criteri stabiliti negli statuti i differenti anelli della filiera. Pertanto, ad esempio, nel caso del Prosciutto di Parma Dop, sono rappresentati tanto le categorie degli allevatori, quanto quelle dei macellatori o degli stagionatori e delle industrie confezionatrici. E non sempre in tutte le diverse categorie è facile individuare imprenditrici.

«Pur rilevando nel mondo del vino – ha aggiunto il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro – una presenza femminile maggiore rispetto ad altri comparti, non è accettabile un’imposizione del genere dall’alto senza un confronto con i Consorzi rappresentativi della base. Non è imponendo percentuali di genere nei CdA dei Consorzi che si afferma la presenza delle donne nel mondo dell’agricoltura e esprimiamo vivamente dubbio e stupore in merito alla ragione di tale provvedimento».

D’altro canto pur soddisfatta per veder riconosciuto nell’emendamento, «il contributo di competenze e capacità delle donne nel settore agroalimentare» tuttavia l’associazione Donne del vino – presieduta da Donatella Cinelli Colombini che in passato è stata vicepresidente del Consorzio del Brunello di Montalcino e oggi è presidente del Consorzio dei vini Doc della Val d’Orcia – «unisce la propria voce a quella di Aicig e di Federdoc auspicando una concertazione finalizzata alla modifica del provvedimento nel dibattito in aula che lo renda più facilmente applicabile e aderente alla realtà dei consorzi stessi».

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