Economia

Ilva, sì a 19 potenziali acquirenti

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la questione industriale

Ilva, sì a 19 potenziali acquirenti per la cessione delle aziende del gruppo

TARANTO - Via libera per 19 delle 29 manifestazioni di interesse arrivate per la cessione delle aziende del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria. Per sei, invece, è stata chiesta una integrazione della documentazione presentata. Per tre c’è il semaforo rosso: «È stato riscontrato che le manifestazioni di interesse non avevano a oggetto complessi aziendali», fa sapere l’Ilva in una nota. In totale sono pervenute 17 candidature italiane e 12 straniere.

Si apprende che superano l’esame Dhi Di Nardi Holding Industriale, Eusider, Cassa Depositi e Prestiti, Fonderia Boccacci, Zaklady Magnezytowe Ropczyce Sa, Tecnotubi, Car Segnaletica Stradale, Faser, Finarvedi e Acciaieria Arvedi, Vesuvius Italia, Ionian Shipping Consortium, Marcegaglia Carbon Steel, ArcelorMittal, Lucchini RS, Fonderie Mora Gavardo, CSN Steel, Erp Compliant Fuels LLC, Pan Atlantic Shipping Co, Magnesita Refractiories GmbH. Le stesse fonti precisano che è stata invece chiesta l’integrazione dei documenti a P&C (Shenzen) Industry Fund Management Partnership Firm (in gara con due società), Eregli Demir Ve Celik Fabrikalari Tas, Etablissement Robert et Compagnie, Societé Mosellane de Vente de fers, toles et aciers Enterprise Gans, Euroflex e Trasteel International.

La selezione delle candidature è cominciata da parte dei commissari Gnudi, Laghi e Carrubba subito dopo la chiusura dei termini dell’avviso che, autorizzato dal ministro Federica Guidi, il 4 gennaio, è stato pubblicato su alcuni quotidiani italiani e stranieri il giorno successivo. L’avviso è rimasto aperto dal 10 gennaio al 10 febbraio: trenta i giorni concessi per presentare le manifestazioni di interesse. Concluso il primo step, i passaggi successivi prevedono l’accesso alla data room, la visita ai siti produttivi del gruppo e alla «management presentation» organizzata da Rothschild, global advisor dell’operazione, per i soggetti direttamente ammessi alla fase di due diligence. All’esito di quest’ultima, precisa l’Ilva, «i soggetti ammessi saranno chiamati a presentare le offerte vincolanti sulla base delle quali si potrà pervenire al perfezionamento dell’operazione che potrà essere perfezionata mediante cessione o concessione in affitto, con opzione d’acquisto, dei complessi aziendali facenti capo alle società in amministrazione straordinaria». Prevista dalla procedura «una o più fasi di rilancio cui potranno essere invitati tutti i parte degli offerenti» cui seguirà, da parte dei commissari, la selezione «eventualmente anche all’esito di rilanci, della migliore offerta vincolante ricevuta ed avvio di una fase di negoziazione in esclusiva con il relativo soggetto offerente per la definitiva implementazione dell’operazione». Con un’integrazione all’avviso, il 18 gennaio, i commissari hanno previsto che potevano presentare manifestazioni di interesse anche soggetti industriali, finanziari e commerciali per conto di cordate ancora da costituire e alle quali aggregare ulteriori soggetti.

Oltre all’Ilva con i siti di Taranto, Genova Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi, vanno sul mercato altre sette società: Ilva servizi marittimi, Ilvaform, Innse Cilindri, Sanac, Taranto Energia, Socova e Tillet. Si apprende inoltre che alcuni dei candidati sono interessati solo a singole attività. È il caso della Tecnotubi, come ha precisato lo stesso imprenditore Michele Amenduni (nulla a che vedere con gli Amenduni dell’Acciaieria Valbruna, soci dei Riva col 10 per cento dell’Ilva, che hanno fatto ricorso contro la cessione dell’azienda), interessato a sinergie con l’impianto Alessio Tubi. Stessa cosa per Ionian Shipping Consortium, realtà di Taranto nel settore dei servizi portuali che potrebbe essere interssato alla logistica e alla parte marittima.