Economia

Passo avanti per il metanodotto Tap: 130 aziende coinvolte

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Passo avanti per il metanodotto Tap: 130 aziende coinvolte

Passo avanti per il Tap (Trans Adriatic Pipeline), il grande metanodotto intercontinentale che dai giacimenti dell’Azerbaigian porterà gas in Europa con attracco sulla costa adriatica nella marina di Melendugno, comune in provincia di Lecce.

I contrattisti che realizzeranno la tratta a terra del gasdotto, cioè la joint-venture tra Enereco spa di Fano e la Mx Streicher di Parma, e la società che costruirà il terminal di ricezione, cioè la Renco spa di Pesaro, hanno incontrato ieri le aziende del territorio per verificare, direttamente, la possibilità di collaborazioni legate tanto alla costruzione vera e propria quanto a tutti i servizi necessari alla messa in opera del progetto.

All’incontro hanno partecipato 130 aziende: in massima parte della provincia di Lecce, ma anche alcune del brindisino (quelle in qualche modo legate all’esperienza oil&gas del Petrolchimico) e qualcuna del barese. Nel corso di due sessioni B2B (una terza ed ultima è prevista per stamane) i contrattisti di Tap hanno verificato con le aziende del territorio le possibilità di collaborazione sul piano tecnico e analizzato anche i termini economici di possibili commesse e affidamenti di forniture, servizi e lavori. La diversa natura delle opere poste in carico ai contrattisti ha ovviamente inciso sulle caratteristiche delle imprese del territorio che hanno partecipato all’incontro organizzato da Tap, Confindustria e Ance Lecce.

Mentre per Enereco e Streicher la realizzazione delle opere a terra e la posa dei tubi del gasdotto dovrebbero richiedere lavorazioni più semplici e, dunque, requisiti meno specifici in capo ai possibili patner locali, per Renco la costruzione del terminal di ricezione dovrebbe impegnare competenze ed esperienze più particolari. Nell’uno come nell’altro caso i contrattisti, completati tutti i passaggi, dovrebbero essere presto in grado di individuare e scegliere le aziende coinvolgibili per poi procedere alle fasi successive, compresa l’apertura dei cantieri. Senza ulteriori bizantinismi sul sito (tra le ipotesi Brindisi oppure Otranto), come ha chiesto il presidente di Ance Lecce, Giampiero Rizzo, quando ha sottolineato che «non è più il tempo della ricerca di alternative di localizzazione, ma è quello della apertura dei cantieri e del coinvolgimento del sistema produttivo locale». Insomma non è più tempo di incertezza «perché quando un’opera è autorizzata deve essere realizzata, consentendo che gli investimenti si trasformino in ricchezza e lavoro per il territorio». In altri termini si parta senza altri “se” o “forse”, come è emerso dalla partecipazione di tante imprese che Rizzo ha definito un segnale chiaro e univoco. A sua volta Clara Risso, country manager di Tap per l'Italia, ha confermato che il gasdotto rispetterà l’ambiente e il paesaggio e «porterà ricchezza e occupazione nel territorio, sia nella fase di costruzione che in quella di esercizio». Sarà infatti la centrale operativa di Melendugno a regolare il funzionamento dell'intero gasdotto – costo 40 miliardi di euro, capacità di gas trasportata 10 miliardi di mc annui raddoppiabili ed entrata in esercizio prevista per il 2020 - che va dalla frontiera greco-turca di Kipoi alle due stazioni di compressione in Grecia e Albania, fino alla tratta sotto il mare Adriatico.

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