Economia

Terme Luigiane funziona ma rischia di chiudere per colpa della burocrazia

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Terme Luigiane funziona ma rischia di chiudere per colpa della burocrazia

Acque minerali ricche di zolfo (con il maggior grado solfidrometrico d’Europa), argilla e alghe vive. Più di 400mila prestazioni all’anno, 3mln di fatturato, 250 dipendenti da maggio a ottobre. Pazienti provenienti da tutta Italia (20mila), ma anche presenze straniere. Circa 33mila i pernottamenti nelle strutture ricettive, che valgono 1,5mln di euro. Livello 1° super nella classificazione del ministero della Salute.

Le Terme Luigiane, tra Acquappesa e Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza, danno impulso a un territorio che fa i conti con un turismo balneare da tempo in attesa di rilancio. Eppure sono prossime alla chiusura: già licenziati i primi 12 dipendenti a tempo determinato, da 25 anni in azienda. Pronte le procedure di sgombero dei macchinari installati nelle strutture. I lavoratori temono il peggio e organizzano sit-in.

Il problema è la scadenza della subconcessione alla Sateca Spa (16 aprile 2016), che da 80 anni gestisce il complesso termale. Cui si somma, per effetto di un decreto del 2006 recepito lo scorso anno dalla Regione, la trasformazione dell’autorizzazione per l'utilizzo delle acque del demanio idrico da perpetua a temporanea (massimo 30 anni): per perfezionare l’iter i sindaci devono produrre entro ottobre 2016 specifica documentazione. Nel frattempo, però, non intendono concedere proroghe per la gestione del complesso termale. Salta, così, la prossima stagione.

Senza proroga, Sateca è costretta a interrompere le attività. La public company, che conta 600 azionisti, è proprietaria di gran parte delle strutture alberghiere, stabilimenti di cura, oltre a un centro benessere di ultima generazione, al parco termale e al laboratorio di dermocosmetica. Dal 22 febbraio smantella le terme. È solo un'impasse burocratica?
Mentre la Regione raccomanda la prosecuzione delle attività e il mantenimento dei livelli occupazionali, i due comuni costieri puntano i piedi: «Le proroghe non sono ammesse dalla legge», dichiara il primo cittadino di Acquappesa Giorgio Maritato, chiedendo la chiusura del contratto di subconcessione con la società e la restituzione delle strutture pubbliche: lo stabilimento San Francesco, gli uffici per l'accettazione e un centro commerciale.

Ma potrebbe passare anche più di un anno prima che venga individuato un soggetto gestore: la gara è subordinata al rilascio della nuova concessione temporanea ai comuni (che sarà assegnata solo dopo l'istruttoria della Regione). Intanto che ne sarà delle Terme Luigiane? Sull’ammissibilità di una proroga il prefetto Gianfranco Tomao ha inviato un quesito all’Anac (Authority anticorruzione).

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