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La burocrazia blocca Veronesi

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Industria

La burocrazia blocca Veronesi

  • –Emanuele Scarci

MILANO

Il gruppo Veronesi vola su una domanda di mercato che punta dritto sulle carni bianche. La società veneta ha in corso, da cinque anni, l’iter autorizzativo per il raddoppio dello stabilimento di Zevio, in provincia di Verona, ma fino a oggi senza esito. «Siamo esasperati - sbotta Bruno Veronesi, presidente del gruppo alimentare - sono circa 5 anni che abbiamo in corso la richiesta di raddoppiare il polo di Zevio, ma senza risultati: Comune e Regione si palleggiano le competenze senza che prendano una decisione. E stiamo parlando di un’area agroindustriale di nostra proprietà: non ne chiediamo una nuova».

A Zevio, Veronesi dispone di due linee di produzione per prodotti cotti (arrosti e impanati di pollo e tacchino), insufficienti rispetto a una domanda di carni bianche (più economiche delle rosse) in crescita da anni. «Il progetto per Zevio - aggiunge Veronesi - prevede un investimento di 80-100 milioni di euro e l’assunzione di oltre 200 addetti, praticamente il raddoppio degli occupati attuali».

Dal Comune di Zevio, il sindaco Diego Ruzza, 43enne, psicologo clinico, conferma il lungo iter. «Siamo impegnatissimi - sostiene - sul progetto di ampliamento di Veronesi, anche perchè porterebbe nuova occupazione. Purtroppo però il Comune deve attenersi alle normative vigenti degli enti sovracomunali, dalla Asl alla Regione, e questo ci proietta in una serie di pastoie burocratiche infinite, di cui farei volentieri a meno». Poi il sindaco, che ha anche la delega all’Urbanistica, sostiene che «i 5 anni del progetti Veronesi non sono tanti per un progetto di questa importanza». La causa? «Sempre i meandri della burocrazia».

Più preciso il dirigente del Comune di Zevio Paolo Vangelista, responsabile dell’unità organizzativa sviluppo e controllo del territorio, secondo cui «in questa fase stiamo valutando ancora le opere urbanistiche. Il gruppo Veronesi ha presentato la Via (valutazione di impatto ambientale ndr), ma non la convenzione vera e propria: se non ce la formalizzano cosa portiamo in consiglio comunale?». Poi aggiunge: «Tempo fa la società ci ha presentato un progetto che però si è dimostrato largamente carente. E l’iter è ripartito».

Dopo 5 anni, perchè insistere su Zevio? «Perchè - risponde Veronesi - Zevio è vicina all’autostrada del Brennero. E la maggiore produzione è destinata all’export, in particolare verso la Germania. Ricordo che già oggi il mio gruppo esporta per 460 milioni». Un’intervista approfondita di Bruno Veronesi uscirà in marzo su Food, rivista del gruppo editoriale che fa capo a Paolo Dalcò.

Veronesi è il quarto gruppo dell’agroalimentare italiano con 7.500 addetti e 15 poli produttivi. I brand in portafoglio sono Aia, Negroni, Montorsi e Veronesi mangimi. Per il 2014 l’azienda dichiara un fatturato consolidato di 2,82 miliardi, un Ebitda di 152 milioni e un risultato ante imposte di 52 milioni. Gli investimenti sono stati di 56 milioni.

Nel 2015 i dati Iri indicano per Veronesi una crescita delle vendite nel canale Iper+super+libero servizio dell’8,2% a valore e dell’11% a volume, grazie soprattutto a lanci di nuovi prodotti. «Abbiamo lanciato con successo - conclude Veronesi - la linea Aequilibrium: affettati, trancetti, cubetti di pollo, tacchino e anche suino a ridotto contenuto calorico. Sulla stessa linea salutista Wudy, würstel di pollo e tacchino. Eppoi abbiamo introdotto Negroni nella grande distribuzione».

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