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Dossier L'«export» italiano delle business school

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    Dossier | N. 3 articoliRapporto Formazione & management

    L'«export» italiano delle business school

    Medio Oriente, Africa, India, Cina, Sudamerica: le business school italiane hanno nuovi orizzonti. Da gennaio una trentina di top manager si riunisce mensilmente a Beirut per un corso di management organizzato dalla scuola francese Esa e da Sda Bocconi che, a maggio, metterà in aula anche 25 saudite per un corso in general management a Jiddah, in collaborazione con la locale Effat University. Nel frattempo, in Africa, si preparano a diventare imprenditori 206 studenti, per il 40% donne, che stanno frequentando il global mba in Impact entrepreneurship di Altis - Università Cattolica del Sacro Cuore. E nel campus indiano di Sda Bocconi a Mumbai si formano manager di respiro internazionale per le imprese del Paese.

    Alla Tongji University di Shangai, invece, il Polidesign tiene un master in Design management for innovative environments con il Mip, la business school del Politecnico di Milano. Che “sbarcherà” in Sudamerica con l'International flex emba, al via in ottobre. Si tratta della versione online (ma sono previste anche settimane di interazione face-to-face in presenza) dell'executive mba (master in business administration) che, dopo il successo italiano, sarà veicolato a livello internazionale da Wobi (World of business ideas), l'organizzatore del World business forum. La faculty sarà mista, con docenti del Mip e testimonial del network di Wobi, come Richard Branson, Michael Porter, Nouriel Roubini, Joseph Stiglitz e Steve Wozniak. Una partnership innovativa in una modalità di erogazione altrettanto innovativa, su una piattaforma avanzata Microsoft.

    Finora lo scambio più praticato tra università è stato quello di ospitare a turno nei rispettivi Paesi gli studenti delle lauree con «double degree» o master a doppio titolo, come l'mba part time della Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina con la Michigan University. Ma per gli atenei stanno aumentando le occasioni di tenere corsi direttamente in loco all'estero e di potenziare la propria presenza, come Sda Bocconi con il campus Misb a Mumbai e Cattolica in Africa con il progetto E4Impact. Esportano know-how, preparano i manager locali (anche per le imprese italiane), formano imprenditori e chiudono il cerchio riportando in Italia nuovi saperi, a disposizione delle proprie faculty e delle aziende interessate al business globale.

    Sda Bocconi, per esempio, unica scuola italiana tra i 153 atenei al mondo con una sede all'estero, è stata first mover nell'ingresso in India nel 2012. Con il Post graduate program in business forma giovani manager di respiro internazionale, che coniugano dimensione locale e globale, e che vengono a Milano per sei mesi nella sede di via Sarfatti. Dice Stefano Caselli, prorettore per l'internazionalizzazione dell'Università Bocconi e Academic director di Misb Bocconi: «L'India è un mercato in grande crescita, dove il titolo europeo di una scuola prestigiosa è molto apprezzato. Organizziamo anche un master executive per top manager che vivono in India e abbiamo iniziato a erogare corsi per Icici Bank, la seconda banca indiana con 600mila dipendenti, e per la holding Future Group. Il risultato è che generiamo nuova conoscenza che arricchisce la nostra stessa offerta in Italia e che, a mio avviso, potrebbe essere più sfruttata dalle nostre aziende interessate a quel mercato».

    Il progetto della Cattolica in Africa, che in cinque anni ha già formato 185 tra imprenditori e imprenditrici in Kenya, Ghana, Sierra Leone, Uganda e Costa d'Avorio, ha ricevuto l'interesse di grandi gruppi industriali e lo scorso settembre si è costituita la E4Impact Foundation, che comprende Securfin, Mapei e Salini Impregilo oltre all'Università Cattolica e all'Associazione Always Africa (che riunisce i professori già impegnati nell'iniziativa). L'obiettivo è ambizioso: portare il master in 15 Paesi africani entro il 2020 (quest'anno Tanzania e Senegal), formare 3.000 giovani imprenditori e favorire la creazione di 500 nuove imprese con migliaia di posti di lavoro.

    Spiega Mario Molteni, ceo di E4Impact Foundation, presidente di Always Africa e professore di economia aziendale all'Università Cattolica di Milano: «Intercettiamo quella fascia di laureati delle università locali che non vanno all'estero a completare la propria formazione e portiamo loro il nostro modello di impresa sostenibile a forte impatto sociale. Agrifood, green economy, servizi educativi e sanitari e tutto il mondo delle app, in crescita anche nel continente africano, sono i principali settori su cui puntare e su cui le nostre aziende mostrano interesse per uno sviluppo imprenditoriale». Per le aziende italiane c'è la possibilità di offrire borse di studio (del valore di metà retta) agli studenti che seguiranno durante il master progetti di interesse per le aziende stesse per entrare o svilupparsi nell'area.

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