Economia

Dossier Barilla, per i colletti bianchi smart working dal 2020

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    Dossier | N. 14 articoliSmart Working

    Barilla, per i colletti bianchi smart working dal 2020

    • –di Francesco Prisco

    MILANO - l futuro è flessibile. Certe aziende, poi, il futuro lo intuiscono, lo anticipano e soprattutto contribuiscono a costruirlo. È il caso di Barilla, colosso del food Made in Italy che punta a estendere entro il 2020 lo smart working all'intera platea dei propri lavoratori, ovviamente al netto delle linee produttive.

    L'annuncio da parte del gruppo con quartier generale a Parma - che, nei propri 29 stabilimenti in giro per il mondo, conta qualcosa come 8mila addetti per un fatturato da 3 miliardi – è arrivato ieri, a meno di un mese dal varo del Ddl sul tema da ieri al vaglio del Senato. Ma si può leggere come il coronamento di un percorso: nel 2013, infatti, Barilla ha avviato in via sperimentale un progetto di smart working in tutte le proprie sedi, nazionali e internazionali. Su 1.600 dipendenti coinvolti, circa 1.200 (oltre il 74%) hanno usufruito dell'opportunità di lavorare da casa. Il progetto è aperto a tutta la popolazione impiegatizia. Tuttavia esiste una maggiore propensione al suo utilizzo da parte delle donne tra 30 e 55 anni e da chi effettua un tragitto casa-ufficio mediamente lungo (maggiore ai 25 chilometri), con un conseguente risparmio di tempo e costi nonché relative ricadute positive per l'ambiente.

    La propensione all'utilizzo varia sensibilmente a seconda della fascia d'età: proprio i più giovani, dai quali ci si aspetterebbe una spinta maggiore sul versante della flessibilità, sono in realtà quelli che utilizzano meno questa formula. Per l'azienda il concetto di smart working corrisponde essenzialmente a tre cose: «In primo luogo – spiega Alessandra Stasi, responsabile Organization & People Development - lavorare dovunque, comunque e in qualunque momento. E in secondo luogo utilizzare gli spazi in un modo diverso: abbiamo lavorato molto nelle varie sedi per riorganizzare gli uffici intorno alle attività di collaborazione, di comunicazione, di concentrazione individuale, che oggi possono essere fatte anche da remoto. Il terzo aspetto sono le tecnologie digitali».

    Da un punto di vista contrattuale, i dipendenti possono lavorare in sedi diverse dall'ufficio per quattro giorni al mese, accordandosi con il proprio manager. E i risultati, finora, sono stati molto positivi. In particolare il beneficio più grande riguarda l'equilibrio vita privata-lavoro che ha portato a un aumento della soddisfazione dei dipendenti. L'ingresso di Barilla nello smart working non aveva certo come obiettivo primario l'aumento della produttività, tuttavia un'inchiesta globale effettuata con l'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano su un campione di 600 persone coinvolte nel progetto ha mostrato che per i manager non c'è stato un peggioramento nei livelli di produttività ed efficacia/efficienza delle prestazioni. Per consentire il “passaggio” si è investito sulla rivisitazione degli spazi aziendali e sull'adozione di tecnologie digitali a sostegno di nuove modalità per la comunicazione e la collaborazione come l'instant messaging, lync, whatsapp, videoconferenze. Sono stati poi organizzati open day di formazione aperti a tutti con i colleghi dell'It per sciogliere dubbi e perplessità.

    @MrPriscus

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