Economia

La Puglia si ribella alla cattiva burocrazia

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Industria

La Puglia si ribella alla cattiva burocrazia

  • –Vincenzo Rutigliano

bari

C'è l'azienda che racconta, tra i tanti subiti, due casi di malaburocrazia, c'è il grande gruppo alimentare che ne avverte il peso sui suoi ritmi di sviluppo e vuole farne una battaglia culturale e c'è l'imprenditore edile sballottolato tra uffici, timbri e autorizzazioni. Tutti casi che hanno in comune una burocrazia soffocante che ritarda, rallenta od ostacola ogni investimento o progetto di sviluppo.

Tutti i casi in fondo si assomigliano. Mariella Pappalepore, presidente di Planetek Italia, una srl di Bari (45 dipendenti e 4,5 milioni di fatturato nel 2015) impegnata nel monitoraggio da satellite e servizi di telerilevamento, ne racconta due. La sua srl, nata nel 1994, partecipa nel 2008, vincendolo, ad un bando del Mise sulla infomobilità insieme ad altre aziende del calibro di Telespazio e Vitrociset. Da allora sono passati quasi 8 anni tra vicende societarie, ritardi nella nomina del responsabile del progetto (un anno per farlo) e lungaggini nei Durc di regolarità contributiva, necessari per il pagamento, perché intanto che l'Inps li rilasciava ne scadeva sempre qualcuno trattandosi di oltre 10 aziende associate. Risultato:completato nel 2012, il progetto non è stato ancora pagato.

«Oggi - dice Pappalepore - è ancora tutto fermo ed io attendo 300.000 euro senza che al Mise ci diano risposte. Anzi non abbiamo interlocutori». In un altro caso Pappalepore si è incatenata per ottenere il rilascio di una certificazione di regolarità fiscale. Vinto un bando Ue, insieme ad un patner tedesco, per la realizzazione di un portale cartografico per i paesi membri, alla Planetek chiedono di presentare, in 10 giorni, le certificazioni di rito, compresa la regolarità fiscale. All'agenzia delle Entrate di Bari rispondono:impossibile, il rilascio non prima di 30 giorni. All'ottavo giorno Pappalepore passa ai fatti: «Così io perdo la gara». Allora si incatena. Arriva il certificato e oggi la manager barese si chiede: perché in Europa il tedesco ha il certificato in tempo reale e l'italiano no? Eppure basterebbe un click.

E poi c'è l'imprenditore edile, il comparto più tartassato, secondo le statistiche, con addirittura 3 episodi di malaburocrazia al giorno. «C'è sempre – denuncia Beppe Fragrasso, presidente di Ance Bari - un timbro che manca, poi domani manca una carta, dopodomani una firma. Siamo stanchi: paghiamo gli oneri e vogliamo essere rispettati». All'estero invece si realizza presto e bene. «Qui in Italia-avverte Francesco Casillo (il suo gruppo alimentare ha fatturato 1,06 miliardi nel 2014)- serve perciò una scossa,siamo assuefatti e festeggiamo pure se arriva una concessione dopo un anno».

Questi e altri casi, da metà marzo, saranno resi noti sul portale www.larepubblicadelleidee.it voluto da Confindustria Bari-Bat Ance Bari e Bat, gruppo Casillo e gruppo tv Norba per dare voce agli imprenditori, chiedere correzioni alle storture, documentare best practies. «Un team di esperti - spiega il presidente di Confindustria Bari-Bat, Domenico de Bartolomeo – esaminerà i casi, la loro fondatezza e cause per poi cercare responsabilità e possibili soluzioni perché noi imprenditori non ci possiamo lamentare, ma crescere rispettando le regole». Tutti i casi segnalati diventeranno poi oggetto di inchieste televisive del Tg Norba.

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