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COOPERATIVE

Coop di produzione e lavoro verso l’alleanza con i servizi: conti 2015 in recupero ma previsioni pessimistiche

Carlo Zini (Imagoeconomica)
Carlo Zini (Imagoeconomica)

Aggregazione, internazionalizzazione e capitalizzazione sono i tre imperativi-sfide che scorrono in tutte le relazioni dei vertici delle cooperative di produzione e lavoro, riuniti questa mattina a Bologna per l’assemblea nazionale di Ancpl. Un universo aderente a Legacoop di 1.057 cooperative e 5 consorzi che rappresenta circa 10 miliardi di euro di volume d’affari e 37mila addetti di cui 24.500 soci lavoratori, tra il settore costruzioni (che pesa circa il 56% del totale), industria (43%) e ingegneria-progettazione (1% in valore, 3% per occupazione). Una galassia consortile che oggi «deve cambiare pelle – sottolinea il presidente Carlo Zini – tanto che penso che questa sarà l’ultima assemblea nazionale sotto la sigla Ancpl, perché stiamo lavorando per l’integrazione organizzativa e operativa tra le coop di produzione e lavoro e quelle di servizi, con un modello confederale all’interno dell’alleanza delle cooperative (Aci). A giugno ci sarà un primo step con l’avvio di coordinamento stretto che porterà entro l’anno alla totale integrazione».
Il sistema delle coop di produzione e lavoro esce da una crisi che ha raggiunto l’apice nel 2015 per la debacle del ramo costruzioni, «un anno che ha dimostrato come i grandi patrimoni delle nostre imprese ci abbiano permesso di resistere più a lungo e di tutelare l’occupazione, ma anche che restiamo paralizzati da due handicap che non possiamo continua a procrastinare: l’ottica domestica e il non accesso al mercato dei capitali azionari. Lavorando solo sul mercato interno non siamo più in grado di reggere l’indebitamento e di competere con i costi delle società di capitali». Ciononostante il 2015 si è chiuso per Ancpl con un segno più sia per fatturato (+3,1%) sia per produzione (+4,1%), grazie alle performance delle coop medio-piccole, mentre le grandi società (su tutte Sacmi, Cefla, Cmc, Deco Industrie) hanno fatto da traino negli indicatori di redditività. In crescita anche l’occupazione: +2,2% tra giugno 2014 e dicembre 2015, con il manifatturiero che ha più che compensato la flessione di addetti delle costruzioni. Ma non sono tutte luci: la propensione all’investimento è in calo negli ultimi mesi e il centro studi Ancpl evidenzia previsioni in discesa per il primo semestre 2016, rispetto all’ottimismo raccolto tra le 220 cooperative del campione nella seconda metà dello scorso anno. Con attese, da qui al prossimo giugno, di ordini stazionari ma fatturato totale ed estero in flessione.
«Il sistema cooperativo e il modello consortile devono rinnovarsi, ma non è in discussione la loro validità, in un secolo di storia hanno promosso imprenditorialità diffusa in zone difficili del Paese e creato grandi imprese capaci di competere su scala internazionale, sapendo fungere da volano dei singoli operatori nei cicli di sviluppo e da ammortizzatore nei momenti di crisi», ricorda il presidente.

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