Economia

Il rilancio di Gaggio Montano parte grazie ai fondi europei

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CRISI SAECO-Philips

Il rilancio di Gaggio Montano parte grazie ai fondi europei

Un milione di euro dal Fondo sociale europeo per il reinserimento occupazionale dei lavoratori dimissionari (oltre 140 a oggi). L’incarico a una società specializzata di studiare l’area del sito di Gaggio Montano (Bologna) non più utilizzata da Saeco-Philips per valutare i progetti di re-industrializzazione che meglio si adattano alle strutture produttive, alla logistica e al bacino occupazionale montano.

L’impegno a finanziare investimenti aziendali – anche agricoli - attraverso programmi comunitari e regionali. Sono i tre assi su cui le istituzioni hanno messo la loro firma ieri sera sull’Appennino bolognese, in vista della partenza del percorso di ri-occupazione dei lavoratori Saeco che entreranno nelle liste di mobilità (volontaria e incentivata con circa 4 annualità di stipendio), così come stabilito nell’intesa raggiunta il 4 febbraio scorso a Roma.

«Stiamo disegnando una road map – sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, che ieri ha incontrato lavoratori Saeco e sindacati a Gaggio Montano, assieme ai sindaci della Città metropolitana di Bologna e del Comune di Gaggio Montano - con strumenti e tempistiche per accompagnare questa fase di riorganizzazione aziendale. Questa è la prima tappa di un percorso insieme».
Il dimezzamento della più grossa azienda locale sta scrivendo un capitolo che resterà nella storia dell’Appennino tosco-emiliano. L’obiettivo ora è tamponare l’emorragia mettendo sul tavolo, di comune intesa, tutti gli strumenti disponibili: 1 milione di euro di risorse Fse 2014/2020 per supportare il reinserimento lavorativo (a breve il bando pubblico con procedura di richiesta a sportello aperto just in time); su fondi Fesr e Psr saranno attivati bandi per di sostegno alle imprese (riqualificazione, promozione, internazionalizzazione) favorendo investimenti con ricadute occupazionali e l’innovazione agricola; oltre a contributi per piccole e micro imprese, finanziamenti per valorizzare risorse artistiche e ambientali e fondi di garanzia per l’accesso al credito.

Il clima nella storica fabbrica di macchine automatica da caffè è ancora teso dopo l’annuncio della casamadre olandese del 26 novembre scorso di 243 esuberi su 558 dipendenti (poi convertiti in uscite volontarie al tavolo di crisi del Mise) e dopo 70 giorni di picchetti ininterrotti davanti alla fabbrica di Gaggio Montano che hanno paralizzato l’attività produttiva. «Noi sindacati abbiamo fissato l’asticella a 197 licenziamenti – afferma il segretario Fim Cisl di Bologna, Marino Mazzini – e sono già tra le 140 e le 150 le adesioni alla procedura di mobilità ricevute dall’azienda. A fine mese partirà la Cig straordinaria per 400 dipendenti e a fine dicembre la solidarietà». Nessun lavoratore è però già effettivamente uscito dagli organici Saeco, perché non è ancora stata avviata la procedura di licenziamento collettivo. «Abbiamo l'incontro con l’azienda per definire le condizioni il prossimo 14 marzo in Unindustria Bologna», anticipa il segretario Fim.

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