Economia

Un contratto per investire in Russia

  • Abbonati
  • Accedi
L'arte dell'innovazione

Un contratto per investire in Russia

(Reuters)
(Reuters)

L'arte dell'innovazione è il bel titolo di un seminario italo-russo, organizzato a Milano dall'Associazione Conoscere Eurasia e dal Forum economico internazionale di San Pietroburgo, e nello stesso tempo filo conduttore di un anno intenso per le relazioni bilaterali tra Italia (che in giugno sarà ospite d'onore al Forum) e Russia: sintetizza la sfera su cui si sta concentrando la dirigenza russa, in cerca di spunti nell'innovazione per rilanciare la propria economia, e il valore aggiunto che l'Italia può offrire in questa ricerca, l'arte del fare. «L'innovazione declinata nei diversi settori, compreso quello dell'approccio imprenditoriale, è la sfida che ci attende», spiega Antonio Fallico, presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia.

E questo nuovo approccio, aggiunge l'ambasciatore d'Italia in Russia Cesare Maria Ragaglini, «invita a passare dal made in Italy al made with Italy»: in uno scenario in cui le sanzioni internazionali penalizzano l'export, l'invito è riflettere sulle possibilità di produrre all'estero, «guardando alla Russia non per le difficoltà ma per quello che può offrire». Unendo le forze, nel caso di piccole imprese. Nella Russia che le sanzioni hanno spinto a individuare l'innovazione come una delle leve principali per ritornare a crescere internamente, aggiunge Fallico, si aprono «concrete opportunità di collaborazione e di investimento». L'”import substitution”, il programma con cui il governo russo punta a colmare il gap produttivo verso gli altri Paesi, «non esclude la partecipazione delle aziende straniere innovative». Il mercato russo ne ha bisogno.

Per questo sta cercando di trasformarsi in opportunità di investimento, introducendo agevolazioni per favorire le partnership con aziende straniere. «Un processo di trasformazione ormai inarrestabile – sostiene Fallico – tanto che il Bloomberg Innovation Index 2015 assegna alla Russia la dodicesima posizione per innovazione tra 198 economie mondiali». L'Italia può dare molto nella tecnologia, la meccanica di precisione, la meccanotronica, l'high tech. L'arte dell'innovazione.

In questo scenario, il quadro legale e normativo della politica industriale della Federazione Russa è in trasformazione e Vittorio Loi, partner dello Studio legale Pavia e Ansaldo a Mosca, illustra le principali novità. A partire dalla Legge-quadro programmatica entrata in vigore nel luglio 2015 (n. 488-FZ) con l'obiettivo di incrementare il tasso di innovazione tecnologica nel campo industriale, aumentare l'occupazione e migliorare la qualità della vita. I russi, spiega Loi, «vogliono farsi le cose in casa riducendo la dipendenza dalle esportazioni. Ma le tecnologie straniere ancora gli servono». Per questo la legge prevede fondi per lo sviluppo industriale, parchi industriali e cluster. Ma soprattutto, dice Vittorio Loi, «un contratto speciale di investimento messo a disposizione degli imprenditori che delocalizzano, che creano nuovi impianti produttivi o ne modernizzano di esistenti, che realizzano impianti di produzione di beni di cui non esistano equivalenti o sostituti in Russia».
Il contratto vuole offrire a chi fa il “salto” una garanzia di stabilità, un quadro immutato. Per un periodo massimo di dieci anni sono previsti incentivi e sgravi fiscali, condizioni agevolate per l'uso di immobili e terreni pubblici, garanzie contro modifiche peggiorative della normativa vigente. Ma non la possibilità di ottenere finanziamenti pubblici o agevolazioni ad personam. «Non nascondiamoci dietro l'alibi delle sanzioni – invita l'ambasciatore Ragaglini -. Cerchiamo di superarle politicamente, ma intanto lavoriamo in questo scenario. Dobbiamo solo rimboccarci le maniche e lavorare».

© Riproduzione riservata