
Bologna è e sarà la capitale del fast fashion italiano. L’evento organizzato ieri al Centergross assieme a due interlocutori chiave come l’aeroporto Marconi e BolognaFiere – dopo l’incontro dello scorso autunno con la società Interporto – conferma il ruolo nevralgico del distretto emiliano per il pronto moda e la volontà di tutto il sistema bolognese di fare squadra per attirare buyer stranieri e per portare nel mondo la moda made in Italy “facile e veloce”. Senza escludere l’opportunità di un prossimo evento fieristico del fast fashion all’ombra delle Due torri, complice il forte posizionamento di BolognaFiere nel mercato asiatico, che assieme a Russia e Medio Oriente resta la destinazione su cui è concentrata l’attenzione degli operatori domestici del fast fashion.
Non va dimenticato che sono italiani i pionieri della moda veloce, che nacque negli anni 60 assieme al modello Centergross: una città del pronto moda estesa su oltre 1 milione di metri quadrati (esattamente come Expo 2015) abitata oggi da 683 aziende e 6mila addetti che generano oltre 5 miliardi di fatturato l’anno e dove c’è un via vai quotidiano di almeno 10mila buyers, per il 60% stranieri. Nomi come Teddy Spa, fondata nel 1961 dall’imprenditore riminese Vittorio Tadei (oggi un gruppo da 550 milioni di fatturato tra i marchi Terranova, Calliope e Rinascimento) o Imperial, nato a Bologna sul finire degli anni Settanta e arrivato lo scorso anno a 210 milioni di euro di ricavi (quasi raddoppiati in cinque anni) hanno casa al Centergross. Anche se poi sono stati brand come Zara o H&M a strutturarsi più rapidamente conquistando la platea mondiale del fast fashion.
«Il Centergross è il polo economico d’eccellenza per il pronto moda, riconosciuto a livello internazionale e nonostante il difficile contesto di mercato (che ha penalizzato l’altro polo italiano del fast fashion a Nola, ndr), il 2015 ha visto crescere sia gli accessi (+2%) sia gli spazi occupati qui a Funo di Argelato. A dicembre scorso solo l’8,3% della superficie era sfitto, contro il 16,2% del 2010», sottolinea la presidente del Centergross, Lucia Gazzotti, introducendo convegno e sfilata al blocco 40, dal titolo “Il Futuro è Fast. Il momento delle scelte nel mercato globale”. Dopo aver presentato il sistema del pronto moda made in Italy all’Expo di Milano (riuscendo così a portare 22 delegazioni straniere in visita a Funo), Gazzotti partirà la prossima settimana alla volta di Cannes per il Mipim, il salone internazionale del real estate. Non ci sono più confini tra moda, cibo, costruzioni, si va dove il sistema Italia ha una storia originale e vincente da portare come modello. E quella di Centergross, una fiera permanente che dà lavoro a cascata a centinaia di aziende del fashion del territorio, con consegne in pochissime settimane (se non giorni), zero scorte ma lo stile e la tradizione della moda italiana dietro ogni pezzo, è effettivamente una storia che piace: venerdì scorso c’era, ad ascoltarla e a toccarla con mano a Funo, una delegazione di 30 esponenti cinesi che stanno lavorando alla nuova “Via della seta” tra Cina e Iran e al programma di nuovi mall da costruire lungo l’antica strada transasiatica).
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