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Un’opera messa in gara nel 2003, concessione assegnata nel 2008 e costi lievitati rispetto ai 990 milioni originariamente previsti. Il rebus della Asti-Cuneo è approdato ieri pomeriggio alla Commissione Lavori pubblici del Senato. In audizione è stato ascoltato l’ad della Autostrada Asti-Cuneo (gruppo Gavio), Umberto Tosoni, per ricostruire date e numeri di una infrastruttura importante per il quadrante Sud del Piemonte, ma ancora incompiuta. Dei 90 chilometri della bretella autostradale che dovrebbe collegare i due capoluoghi, 56 sono stati realizzati, per un investimento totale di circa 470 milioni. Il prossimo passo dovrebbe essere il collegamento tra Cherasco e Alba, in località Verduno, a ridosso del fiume Tanaro. Nodo dell’intero progetto per complessità dell’intervento (una galleria sotto il fiume e che attraversa parte della collina) e costi.
Dal 2003, anno della gara per l’assegnazione della tratta, alla firma della concessione vera e propria sono passati 5 anni. In totale, 13 anni dall’avvio dell’intero iter. Il fattore tempo ha giocato un ruolo pesante in questa vicenda, anche perché nel frattempo la normativa europea – per esempio per l’antisismica e per le dotazioni di sicurezza in galleria – è diventata più complessa, innescando un aumento dei costi in fase di progettazione e di realizzazione degli interventi. Lo stesso iter autorizzativo in materia ambientale per il lotto della galleria di Verduno è durato otto anni. A settembre scorso il ministero dell’Ambiente ha dato l’ok, a ottobre la società concessionaria ha trasmesso il progetto esecutivo al ministero delle Infrastrutture. A gennaio, la società ha diffidato il Mit ad adempiere e ha fatto ricorso al Tar.
Il vicepresidente della commmissione, Stefano Esposito, ribadisce la necessità di fare chiarezza sull’aumento dei costi. Per questo nei prossimi giorni sarà elaborato un memoriale da parte dell’azienda. Che ribadisce la volontà di portare avanti l’opera e chiede al ministero il riequilibrio del piano economico-finanziario, previsto in convenzione. La partita politica dell’integrazione dei lavori per la Asti-Cuneo nella Satap (società del Gruppo Gavio che ha la concessione per la Torino-Piacenza, in scadenza nel 2017) potrebbe essere a questo punto più difficile, ma resta in pista.
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