Gli open data applicati all’agricoltura; si chiama AgriOpenData il progetto di una innovativa piattaforma al servizio del settore, presentato oggi 10 marzo a Padova, all’interno di Smau, evento di riferimento nei settori innovazione e digitale per le imprese e i professionisti italiani. Fra le protagoniste dell’edizione 2016 del salone c’è Ez Lab, startup padovana che di recente si è “aggiudicata” l’ingresso alla fase finale del bando europeo Finodex e un finanziamento da 50mila euro.
Il founder Massimo Morbiato è stato invitato a portare la sua esperienza nell’ambito degli Open data al servizio delle imprese: vantaggi, limiti, istruzioni per l’uso e opportunità. Il progetto AgriOpenData è scelto come esempio innovativo di applicazione, selezionato da Finodex assieme ad altri 30 progetti europei su oltre 600 che avevano partecipato al bando: si propone come strumento di businesses intelligence pensato specificamente per le aziende agricole.
In sostanza il sistema di software offre un cruscotto da cui è possibile accedere facilmente a un patrimonio di informazioni, che vengono poi automaticamente visualizzate in report, indicatori, statistiche utili per migliorare la sostenibilità ambientale dei trattamenti soprattutto nelle colture biologiche, ridurre i costi e migliorare la qualità della produzione. Il primo step è la mappatura puntuale e georeferenziata dei terreni agricoli: i dati inseriti dall’azienda - relativi ad esempio al tipo e alla quantità di fitofarmaci utilizzati, alle tecniche di coltivazione o alle quantità raccolte - vengono rielaborati in tempo reale.
Non solo: il progetto si apre anche all’Internet of things, quell’internet delle cose che è una delle frontiere più promettenti dell’ITC: il software è infatti in grado di dialogare con droni abilitati a ispezionare dall’alto i raccolti e raccogliere altre preziose informazioni o con sonde disposte sul terreno. La piattaforma - realizzata rigorosamente su piattaforma Cloud - utilizza banche dati Open Data nazionali e internazionali.
Per l’azienda agricola il vantaggio è duplice: oltre ad assolvere in modo semplice all’obbligo di legge di compilare il registro dei trattamenti, il “cosiddetto” Diario di campagna, grazie a questo strumento dispone di una sorta di “cartella clinica” sempre aggiornata con la storia dettagliata di ogni lotto di terreno. In più, ogni singolo prodotto raccolto è in questo modo tracciato e riconducibile a uno specifico lotto di terreno. È così possibile sapere se è stato sottoposto a trattamenti o meno, in che quantità, con che prodotti e in quale periodo: una “diagnosi” che consente di ridurre al minino l’utilizzo di fitofarmarci e di avere una fotografia puntuale dello stato delle culture che può facilitare il ricorso a trattamenti biologici.
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