PARIGI - Lavazza investe in 12 mesi un miliardo di euro, di cui solo 700 milioni per l'acquisizione del brand francese Carte Noire. Gli altri hanno consentito l'acquisizione del caffè danese Merrild, un distributore australiano, la ristrutturazione dello stabilimento di Settimo torinese e la nuova sede di corso Novara a Torino. In vista altre acquisizioni? «Oggi dobbiamo verificare se il miliardo d'investimento avrà il giusto ritorno» ha detto questa mattina, a Parigi, l'ad Antonio Baravalle, nel corso dell'annuncio dell'acquisizione di Carte Noire.
Il closing dell'operazione con il gruppo Jacobs Douwe Egberts è stato firmato il 29 febbraio dopo l'approvazione dell'Autorità francese della concorrenza e della Commissione Europea. Oggetto dell'acquisizione sono i marchi e le attività di Carte Noire all'interno dell'area economica europea (comprende i 28 stati membri dell'Unione più Islanda, Liechtenstein e Norvegia). In particolare: il caffè macinato e in grani, le soft pods e le capsule compatibili Nespresso. Il perimetro dell'acquisizione include anche il sito produttivo di Lavérune, situato nella regione del Languedoc-Roussillon Midi-Pyrénées, che continuerà le produzioni oggetto dell'accordo entrando a far parte a pieno titolo nel sistema produttivo globale della società.
Baravalle ha sottolineato che con Carte Noire nel perimetro del gruppo Lavazza, il 2016 dovrebbe registrare un'ulteriore crescita del fatturato a 1,7 miliardi di euro, proponendosi l'obiettivo di arrivare ai 2 miliardi di ricavi al 2020 «per poterci sedere al tavolo dei primi grandi gruppi al mondo nel settore del caffè» che sono il gigante Nestlé, il gruppo Keurig-Jab, Strauss, Tchibo, Smucker's. L'amministratore delegato di Lavazza ha sottolineato che nel 2015 la società ha visto crescere il suo fatturato dell'8% a 1,4 miliardi di euro, con una quota all'estero che ha raggiunto il 55%.
© Riproduzione riservata