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Più turisti in montagna, anche se con poca neve

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Più turisti in montagna, anche se con poca neve

(Marka)
(Marka)

La mancanza di neve, arrivata molto tardi, non ha frenato il turismo in montagna. «Il giro d’affari complessivo del turismo bianco - assicura Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi che ha realizzato l’indagine consuntivo previsionale - dovrebbe attestarsi attorno ai 6,6 miliardi di euro, per un incremento dell’11,6%». Bocca sottolinea come il sistema turistico montano possa ormai contare su un sistema di impianti in grado di sopperire, con l’innevamento programmato, alla mancanza di precipitazioni naturali.

Ma a questo si aggiunge il miglioramento dell’offerta sia alberghiera sia per il dopo-sci, tra centri benessere, valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche, proposte culturali. Il risultato è che sono stati 9,7 milioni gli italiani che sono andati a sciare nei week end e nelle settimane bianche. In particolare sono stati 4,7 milioni (+14%) gli appassionati che hanno puntato sulla settimana di sci e, di questi, 900mila si sono goduti almeno un altro fine settimana sulla neve. Leggermente inferiore (+10,1%) la crescita dei week end sugli sci che hanno coinvolto 5 milioni di turisti.

Si tratta, ovviamente, di dati relativi alle presenze di chi ha dormito almeno una notte nelle località di montagna. «I bilanci delle società degli impianti di risalita - spiega Giorgio Munari, presidente del Monterosaski - sono però fortemente condizionati dalla vendita dei giornalieri. E i numeri persi nelle vacanze natalizie non sono stati recuperati nei periodi successivi. Perlomeno da noi, anche per l’insufficienza delle strutture alberghiere».

I dati dell’indagine di Federalberghi premiano, ancora una volta, il Trentino ed il Sud Tirolo, nettamente al primo posto tra le preferenze degli sciatori. Il Piemonte, in seconda posizione, viene quasi raggiunto dalla Valle d’Aosta che stacca Lombardia, Toscana e Friuli Venezia Giulia.

Per quanto riguarda la scelta delle strutture per trascorrere le vacanze montane, si riduce la scelta degli alberghi che restano, comunque, al primo posto. Un calo più netto per chi trascorre nelle località sciistiche solo un fine settimana ma meno marcato per le settimane bianche. Si conferma solida la riscoperta delle seconde case, anche per ospitare amici e parenti mentre cresce l’intteresse per i rifugi alpini, per l’appartamento in affitto (per le settimane bianche) e per i bed & Breakfast. In leggera crescita la spesa pro capite nelle settimane bianche (da 668 a 701 euro tra viaggio, vitto e alloggio, impianti e corsi di sci, divertimenti) ed in marginale calo quella nei fine settimana sulla neve (da 329 a 315 euro).

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