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Dinanzi alle pressioni di molti paesi membri, la Commissione europea ha annunciato ieri un rafforzamento della sua strategia commerciale nel delicato settore dell’acciaio. Tra le altre cose, Bruxelles intende accelerare l’iter di adozione delle misure anti-dumping ed eliminare i tetti entro i quali imporre dazi ai prodotti importati dai paesi dove la produzione avviene sottocosto. Il piano giunge mentre l’Unione discute se concedere lo status di economia di mercato alla Cina.
«Dobbiamo fare di più per aiutare il settore siderurgico e altre industrie ad alta intensità di energia ad adattarsi, innovare e competere sulla base di qualità, alta tecnologia, produzione efficiente e forza lavoro preparata», ha spiegato in un comunicato il vice presidente della Commissione europea Jyrki Katainen. Negli ultimi mesi è emersa evidente la difficoltà di molti paesi ad affrontare la concorrenza di alcuni mercati emergenti, soprattutto della Cina.
In febbraio, i Ventotto hanno chiesto a Bruxelles di attivarsi per meglio difendere un settore economico che dà lavoro nell’Unione a 328mila persone. In concreto, la Commissione ha deciso di ridurre da nove a otto mesi l’indagine preliminare prima di adottare misure anti-dumping. Inoltre, l’esecutivo comunitario ha confermato che intende aprire indagini anche alla luce di minacce di danno, e non solo di danno effettivo (si veda Il Sole/24 Ore del 18 febbraio).
Nel 2013, la Commissione ha presentato una proposta legislativa per modernizzare gli strumenti anti-dumping europei. Non solo Bruxelles ieri ha esortato Parlamento e Consiglio a legiferare, ma si è detta anche pronta a modificare alcune norme, allentando i tetti dei dazi in presenza di particolari distorsioni al mercato. Oggi la Cina produce oltre metà dell’acciaio mondiale. Molti osservatori considerano che le vendite avvengono sotto costo in un paese dove l’industria è spesso sussidiata.
«I livelli di sovracapacità hanno provocato una ondata senza precedenti di pratiche commerciali ingiuste, che hanno provocato distorsioni al mercato», spiega la Commissione. La communicazione di ieri giunge mentre Bruxelles ha effettuato negli ultimi mesi un giro di vite in campo commerciale, nel tentativo di difendere la produzione europea. Vi sono in essere, in questo momento, un centinaio di misure anti-dumping, di cui 37 nel settore siderurgico e 16 contro prodotti cinesi dell’acciaio.
Nel 2013, l’allora commissario all’Industria Antonio Tajani presentò un piano a favore della siderurgia europea, che secondo la Commissione è stato quasi tutto adottato e a cui quello odierno in parte si rifà (si veda Il Sole/24 Ore del 12 giugno 2013). La crisi dell’acciaio europeo giunge mentre l’Unione deve decidere se concedere proprio alla Cina lo status di economia di mercato. Tra le altre cose, la concessione di questo status comporterebbe una riduzione delle armi commerciali in mano all’Europa.
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